Doveva essere un omicidio-suicidio, ma la più giovane delle due donne si
è salvata dal micidiale cocktail di farmaci e whisky. Ora è piantonata
in ospedale
di Massimo Pisa
Tre fogli scritti sul computer di casa,
stampati e lasciati in bella evidenza. Un elenco lucido di cose da fare
"quando ci ritroveranno", la chiusura del conto corrente affidata alla
sorella, i pochi oggetti cari distribuiti ai parenti, le disposizioni
per funerale e sepoltura, "mentre io voglio essere cremata". Ma gli
ultimi pensieri S. P. li aveva scritti a penna, una pagina
appena in cui sfogava anni di solitudine e depressione, di frustrazione
per il peggioramento della malattia della madre Natalina Carnelli che
l'aveva costretta a farle da badante e da infermiera, a portarla in giro
in carrozzina, a non staccarsi più da lei e a rinchiudersi
nell'appartamento al primo piano di via Grigna 24, case di ringhiera a
tre piani alle spalle di piazza Prealpi.
La nostalgia per il marito morto: "Non ce la facevo, non ce la facevamo
più. Dovevamo farla finita". Se il cocktail di whisky e pastiglie di
Tavor - i carabinieri della sezione Rilievi hanno trovato una bottiglia
mezza vuota e blister di benzodiazepine accanto ad alcuni bicchieri
sporchi, altre scatole di pillole, soprattutto tantissima polvere - ha ucciso solo la 82enne Natalina Carnelli è
perché ha fatto effetto su un fisico minato dagli anni, dall'invalidità
e da una cardiopatia che ne aveva ridotto ulteriormente i movimenti. È
morta sulla poltrona col poggiapiedi elettrico dove si era addormentata
dopo aver ingerito la miscela fatale, e dove con ogni probabilità aveva
passato le ultime notti.
Sulla poltrona accanto, la sessantenne figlia ha passato una notte di
stordimento. Dose troppo leggera per lei, medico al Sert di piazzale
Accursio, che coi barbiturici ha parecchia dimestichezza. Mentre i
lettighieri del 118 provavano a rianimarla, nel suo deliquio ha
sussurrato: "Avevamo deciso insieme, abbiamo bevuto insieme". Una
lavanda gastrica, dopo la corsa al Sacco in codice rosso, ha scongiurato
il peggio. In serata, ai carabinieri della compagnia Duomo (guidati dal
maggiore Carmine Mungiello) e al pubblico ministero Giovanna Cavalleri
ha ribadito la sua versione. In attesa della conferma dall'autopsia e
dagli esami tossicologici sul corpo dell'anziana, è stata fermata per
omicidio volontario. Articolo 575, il codice non ammette pietas. Per il
momento rimarrà piantonata in ospedale per evitare che riprovi il
suicidio.
Sapevano in tanti, nel palazzo, del gorgo in cui erano cadute le due
donne. I lamenti, durante le brevi passeggiate, la signora Natalina che
ormai non aveva più la forza di alzarsi dalla sedia a rotelle, la figlia
Silvia che cercava, e non trovava più pace: nell'ultimo autoritratto
postato sul profilo Facebook lo scorso 14 settembre, accanto al suo
volto ha una colomba e un ramoscello d'ulivo.
Che si stessero progressivamente abbandonando lo dimostra il
disordine in casa, i panni ammonticchiati sul letto, il caos di
cartacce e sporcizia in giro per le stanze, e lo sapeva anche la badante
romena che ieri alle 7.30 ha bussato e ha sentito solo i latrati della
cagnetta Stelli. Quando ha aperto la porta dell'appartamento con le
proprie chiavi ha subito visto la scena in camera da pranzo e ha urlato:
"Si sono ammazzate!". Mezzo condominio si è svegliato, qualcuno ha
allertato il 112. Per Natalina Carnelli era già tardi.
Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/09/26/news/milano_anziana_trovata_morta_sul_divano_figlia_fermata_per_omicidio_volontario_in_una_lettera_non_ce_la_faccio_piu_-148548966/
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