È un incubo durato quasi tre anni, quello di un padre, accusato dalla moglie del reato più infamante: aver violentato la propria piccola di tre anni. Congetture orribili, che gli hanno anche impedito di poter veder crescere la figlia, dal 2011 a oggi.
Il castello di carte delle contestazioni, si è sgretolato per mancanza di prove. L’inferno, quello del cinquantenne, era basato sulle parole dell’ex compagna; che, contestualmente alla causa di separazione, aveva presentato la sua denuncia alla procura. La donna diceva che la bambina le aveva riferito delle molestie. Da lì, il capo d’imputazione provvisorio. Indagato per «aver abusato dell’immaturità personologica della piccola, approfittando dell’assenza di altre persone, costringendola più volte a palpeggiamenti reciproci delle parti intime e penetrazione parziale».
Durante le udienze crolla l’impianto accusatorio. «La bambina ripete una risposta appresa», dice il consulente del giudice chiamato a valutare la sua attendibilità in previsione di un incidente probatorio. Un disco imparato a memoria, in pratica.
link alla notizia:
http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/cronaca/2013/11/26/987874-molestie-figlia-scagionato-tre-anni.shtml
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