31 ottobre 2011

aggiornamento del 30 marzo 2012
False accuse di violenza. Accusato anche il legale
La donna patteggia 10 mesi e coinvolge l'avvocato: «Mi suggerì lui di denunciare il mio compagno anche per stalking»
Ha denunciato l'ex compagno per violenza sessuale e per stalking. Ma non era vero. E V.V. è finita sotto inchiesta per calunnia. Una volta chiamata davanti ai carabinieri, ha ammesso di essersi inventata le accuse a carico del suo ex. Ha anche detto di averlo fatto su suggerimento del suo legale. E così anche T.D.M. che, però, non risulta iscritto all'albo degli avvocati, è finito sotto inchiesta. Deve rispondere di calunnia come la sua ex cliente.
Le strade giudiziarie dei due indagati, però, da ieri si sono definitivamente separate. La donna con il nuovo legale, l'avvocato Matteo Nicoli, ha patteggiato davanti al giudice Laura Donati la pena di 10 mesi con 200 euro ed è uscita così di scena salvo eventuale ricorso in Cassazione. T.D.M. invece, resta sotto inchiesta e il fascicolo relativo alla sua posizione si trova nell'ufficio del pm Gennaro Ottaviano.
I fatti risalgono all'autunno dello scorso anno. I rapporti tra V.V. e il suo ex diventano tesi. I due decidono di lasciarsi. Le liti, però, continuano fino a quando la donna decide di rivolgersi ad un legale. E qui iniziano i problemi. Sarebbe stato, a parere dell'accusa, proprio chi l'assisteva legalmente in quel periodo a concorrere con la donna al deposito di una querela contro l'ex compagno per violenza sessuale e stalking. La donna si recò così dai carabinieri di Villafranca raccontando della (falsa) violenza sessuale, subita dall'ex oltre allo stalking anche per le decine di sms inviate dall'uomo ogni giorno. La donna avrebbe aggiunto che quello stupro aveva provocato una gravidanza certo non desiderata in quelle circostanze.
Sono così partite le indagini dei carabinieri che hanno subito constatato più di qualche nota stonata nel racconto di V.V. Sono stati subito controllati, per esempio, gli sms, inviati dall'ex fidanzato sul cellulare della donna. È emerso che quei messaggi chiedevano solo chiarimenti sulla gravidanza della donna e non avevano alcun carattere persecutorio né offensivo.
È emerso, inoltre, che la denunci ante non aveva assolutamente modificato orari, percorsi, professione e momenti di svago del suo vivere quotidiano così come richiesto dal reato nel codice penale perché si integri il reato di stalking.
Una Volta messa alle strette dai carabinieri, ha ammesso di essersi inventata tutto. Ha aggiunto anche che sarebbe stato il suo ex legale, T.D.M. a suggerirle la denuncia avendo scritto la querela che poi Ie avrebbe dettato al telefono mentre la donna si trovava dai carabinieri. Ora questo passaggio, molto delicato e cruciale, è al vaglio della procura. Il pm Ottaviano sta valutando in questi giorni quali iniziative prendere nei confronti del legale alla luce delle dichiarazioni della donna, considerate attendibili dagli inquirenti. Nel frattempo, la procura ha inviato la lettera all'ordine degli avvocati per comunicare l'iscrizione nel registro degli indagarti di T.D.M. In realtà, il suo nume non appare nell'elenco dei legali del foro di Verona. Bisognerà attendere ancora qualche giorno per capire se il legale dovrà rispondere in aula di calunnia così come ipotizzato fino ad oggi.



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