28 gennaio 2012

aggiornamento del 21 giugno 2012
E' stata condannata a due anni e otto mesi la maestra 52enne di Mazzano, Comune in provincia di Brescia, arrestata a gennaio con l'accusa di aver maltrattato alcuni bambini che frequentavano la scuola materna di Anfo (Brescia).
Il pm aveva chiesto cinque anni, ma il gup ha escluso l'aggravante delle lesioni. La sentenza e' arrivata dopo il processo celebrato con rito abbreviato. Tre famiglie si erano costituite parte civile. La donna e' agli arresti domiciliari.(ANSA)
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aggiornamento del 31 gennaio 2012
La maestra di Anfo (Brescia) arrestata per maltrattamenti aveva ''piena consapevolezza del grave disvalore delle sue azioni''. ''Nel file audio fornito ella afferma di ben sapere che i metodi adottati l'avrebbero portata in carcere. [...] Al momento dell'arresto ella si rivolgeva agli alunni con l'espressione: vado in prigione come volevate voi''. Lo scrive il gip del Tribunale di Brescia, Maria Paola Borio, nell'ordinanza di convalida dell'arresto dell'educatrice della scuola materna di Anfo, ai domiciliari da lunedi' per maltrattamenti su minori.
Un'ordinanza che riporta la denuncia sporta ai carabinieri di Sabbio Chiese lo scorso 5 dicembre da una collega dell'educatrice: ''Le minacce si configurano in dire ai bambini:
ti porto in cantina al buio; prendo un tappo e poi con la colla te lo metto in bocca cosi' non parli piu'; qui comando io.
E ancora: Laura con i tacchi da 12 centimetri schiacciava i piedi di un bambino di quattro anni, che non parla per problemi di linguaggio, solamente perche' era senza le scarpe, dicendogli
cosi' impari a non metterti le scarpe'.
In un altro caso la maestra avrebbe tirato l'orecchio a un alunno fino a provocargli una piccola lesione.
In una delle registrazioni audio acquisite dalla Procura si sentirebbe la maestra 52enne dire ad un bambino
guarda che prendo la colla calda e te la metto in bocca cosi' non la apri piu'… io andro' in prigione perche' verranno i carabinieri a prendermi se faccio una cosa del genere… ma te la faccio una cosa del genere!.
In un'altra occasione si vedrebbe la donna prendere per un braccio un bambino e chiuderlo in bagno, da solo e al buio; altre immagini ritrarrebbero la 52enne che prende per i capelli e trascina un bambino, facendolo poi sedere ad un tavolo.
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28 gennaio 2012 - La storia è di quelle che non si vorrebbero mai leggere. Schiaffi, botte, punizioni. Ai danni degli innocenti per definizione: i bambini. La cui unica colpa è la fame di vita e di crescita. Eppure, all'interno di un asilo, hanno scoperto i carabinieri, risulta subissero da parte di una maestra un trattamento "educativo" ben poco ortodosso. Per questo la donna, una cinquantenne bresciana, ieri è finita in manette. Arrestata in flagranza per maltrattamenti e violenze. E' successo in un piccolo centro sul lago d'Idro, in una scuola dell'infanzia comunale.
La vicenda è venuta alla luce per una segnalazione. Una "soffiata" partita settimane fa dall'asilo stesso, dove un dipendente dopo avere assistito più volte alla "mano pesante" dell'educatrice con i piccoli allievi ha pensato fosse il caso di raccontare agli inquirenti quanto aveva visto ripetersi tra le quattro mura scolastiche. Detto, fatto. I carabinieri della Compagnia di Salò hanno fatto scattare le dovute verifiche. All'asilo sono state piazzate micro telecamere nascoste, tenute d'occhio ogni giorno dai militari. E i filmati a stretto giro di posta hanno purtroppo dato conferma dei terribili sospetti, portando dritto all'arresto in flagranza.
In particolare a fare le spese delle maniere forti sarebbero stati due bambini di tre-quattro anni, uno del luogo e uno di origine marocchina, quest'ultimo con qualche problema di apprendimento e di disagio mentale. La donna più volte si sarebbe accanita sugli alunni a suo giudizio «pecore nere», resi oggetto di un campionario di punizioni esemplari: sberle, trascinamenti per i capelli, isolamenti per ore in stanze buie e con la porta chiusa. Non solo. Le violenze e lo stile educativo vessatorio sarebbero proseguiti in mensa.
La maestra per contrastare presunti capricci e ammansire caratteri riottosi anziché escogitare stratagemmi all'insegna della pazienza e limitarsi alla sgridata avrebbe costretto i bimbi all'obbedienza con le cattive. Obbligandoli cioè a ingoiare a forza il cibo rifiutato - e intervenendo lei stessa per spingere i ribelli a cacciar giù il boccone - o strattonandoli con il tovagliolo legato attorno alla bocca. Le violenze, temono gli inquirenti, si ripetevano da mesi, almeno dall'inizio dell'anno scolastico. Il sospetto è che la maestra, un curriculum di svariati trasferimenti in più asili della provincia, possa avere messo in atto lo stesso copione altrove. Complice, forse, il silenzio dei colleghi.


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