26 luglio 2011

«Mi aveva dato appuntamento davanti al monumento ai carabinieri. Solo che al suo posto, ho trovato i carabinieri in carne ed ossa».
Finisce così, con l'arresto in pieno centro storico nella mattinata di domenica, la vicenda di Elena Cipriano, 51 anni, di Soverato, nella costa calabra.
Elena era già stata protagonista delle cronache per aver ricevuto un divieto di dimora nello scorso mese di maggio, dopo essere stata denunciata per stalking da un noto imprenditore scledense, vittima dei suoi continui messaggi e delle sue pressanti telefonate.
Tutto sarebbe nato da un colloquio di lavoro avvenuto nell'autunno scorso. I due in verità si sarebbero conosciuti addirittura 20 anni fa, quando la famiglia dell'imprenditore fu ospite di un rinomato hotel calabrese diretto dall'ex marito. Un rapporto che non andò al di là di una simpatia ricambiata fra le due famiglie ma che è tornato alla mente della Cipriano quando, nel 2010, si è ritrovata senza un lavoro. Ha pensato così di inviare curriculum e domanda alla vecchia conoscenza, riuscendo a riallacciare il contatto. Cosa sia successo poi, è tutto da capire. L'uomo, dopo mesi di ossessive richieste, blitz sotto casa con dichiarazioni imbarazzanti, biglietti appassionati ed sms focosi, si è recato in caserma per sporgere denuncia per stalking alla stazione dei carabinieri.
L'autorità giudiziaria gli ha dato ragione obbligando la donna a non mettere piede nei luoghi abitualmente frequentati dalla sua vittima.
Obbligo che ha avuto effetto poco duraturo perché telefonate e messaggi sono ripartiti, e pure i viaggi nel Vicentino a caccia dell'uomo che era diventato un ossessione.
«Volevo solo chiedergli scusa per il male che gli avevo fatto e tornare amici - ci ha riferito la donna. - Mi ero recata a Schio convinta di poter mettere fine a questa vicenda e invece mi sono ritrovata in manette».
Una trappola in piena regola, con i militari in borghese a girare attorno al monumento di via Baratto, in attesa dell'arrivo della donna che si è presentata puntuale ma che ha finito la giornata in un divano della caserma di via Maraschin, dov'era ospite ancora ieri in attesa di essere riaccompagnata a Soverato, a casa dai suoi tre figli.
Nei suoi confronti è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare dal Gip di Vicenza che prevede gli arresti domiciliari. Solo che la donna abita ad oltre un migliaio di chilometri di distanza e dovrà essere riportata a casa dai militari. Operazione effettuata ieri, quando è stata imbarcata su un volo per Lamezia.


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