10 giugno 2011

Le accuse erano tra le più infamanti: violenza sessuale ai danni della figliastra minorenne. Per quel reato M.P., 38enne marittimo di Torre del Greco, era finito dietro le sbarre, ritenuto un orco da condannare e da allontanare dalla propria famiglia. Poi, a metà maggio, il colpo di scena: la presunta vittima degli abusi sessuali, Marika P., una studentessa di 17 anni, è scappata di casa ed ha lasciato una lettera in cui confessava di aver inventato tutto. Da qualche giorno M.P. è un uomo libero. Alla luce della nuova testimonianza della minorenne, il gip del Tribunale di Torre Annunziata ha disposto la scarcerazione dell’uomo, difeso dall’avvocato Gennaro Ausiello. A carico del 38enne sono caduti i gravi indizi di colpevolezza per la violenza sessuale, pur rimanendo indagato a piede libero per maltrattamenti in famiglia. Proprio per il suo comportamento tra le mura domestiche, M.P. non potrà avvicinarsi al tetto coniugale. La sua condotta, tuttavia, è stata ritenuta molto meno grave di quella ipotizzata inizialmente, che indusse il gip del Tribunale di Torre Annunziata ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. Il 38enne del quartiere Sant’Antonio è stato arrestato il 12 maggio dai carabinieri della stazione Centro di Torre del Greco. A suo carico c’erano la testimonianza dell’ex moglie 42enne, che la mattina del 27 aprile si presentò davanti ai carabinieri per raccontare una drammatica storia. Una vicenda di abusi sessuali, che sarebbe stata perpetrata per circa dieci anni, e di botte tra le mura domestiche. L’ultimo episodio sarebbe avvenuto il 24 aprile scorso, pochi giorni prima della denuncia.

L’ex compagna di M.P. ha raccontato agli investigatori che l’uomo aveva rotto una finestra di casa per entrare all’interno, dopodiché l’aveva bloccata sul letto e costretta a fare sesso. Per quel gesto la signora era stata accompagnata all’ospedale Maresca di Torre del Greco e medicata per le lesioni riportate. Ma a carico del marittimo c’era anche l’accusa di aver molestato la figlia della compagna. Dopo l’arresto del patrigno, Marika si è resa irreperibile. Per giorni amici e parenti si sono lanciati nella ricerca. Il 17 maggio sono stati alcuni netturbini, alle 6 del mattino, a notare la sua presenza in una strada periferica di Ercolano. L’avevano riconosciuta dalle foto che la famiglia aveva diffuso sui giornali e su Facebook. La ragazza appariva un po’ spaesata, ma stava bene. Un mese prima di sparire la 17enne aveva denunciato ai carabinieri M.P., raccontando di essere sottoposta a continue violenze nell’arco di dieci anni. Tutto poi rivelatosi falso per la stessa ammissione della presunta vittima che, però, agli occhi della madre si mostrava strana. La donna aveva raccontato al pubblico ministero che conduceva l’inchiesta questi strani atteggiamenti della figlia, rafforzando l’ipotesi che il patrigno avesse abusato di lei. Una versione completamente ribaltata in un biglietto lasciato ai genitori: “Mamma perdonami, papà perdonami. A causa di Genny vi ho rovinato la vita”. Genny era il suo fidanzato e, secondo la nuova ricostruzione degli inquirenti, i problemi di coppia con lui avevano spinto Marika a inventare la storia delle violenze in casa.


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