3 marzo 2015

http://www.personaedanno.it/cms/data/articoli/018775.aspx

Avv. Mirijam Conzutti

La caratteristica fondamentale della sindrome di Münchausen per procura (Münchausen Syndrome by Proxy - MSP) è il coinvolgimento di un genitore, solitamente la madre, che provoca i sintomi di una malattia nel figlio.
Il primo ad introdurre la dicitura di MSP fu il pediatra inglese Roy Meadow, in una pubblicazione del 1977. Il DSM-IV definisce la MSP come “Disturbo Fittizio con Segni e Sintomi Fisici Predominanti (300.19)” e nel DSM-IV-TR è cosi descritto: “La caratteristica essenziale è la produzione deliberata o simulazione di segni e sintomi fisici o psichici in un’altra persona che è affidata alle cure del soggetto. Tipicamente la vittima è un bambino piccolo, e il responsabile è la madre del bambino. La motivazione di tale comportamento viene ritenuta essere il bisogno psicologico di assumere, per interposta persona, il ruolo di malato”. Meadow la definisce: “Situazione in cui i genitori, o inventando sintomi e segni che i propri figli non hanno, o procurando loro sintomi e disturbi (per esempio somministrando sostanze dannose), li espongono ad una serie di accertamenti, esami, interventi che finiscono per danneggiarli o addirittura ucciderli”.
Nel Regno Unito l’incidenza dei casi in bambini sotto l’anno di vita è circa di 2,8 su 100 000 all’anno e si calcola un tasso di mortalità tra il 9 e il 22% dei casi (Rosemberg, 1987; Sheppard, 2001). Per quanto ci siano molte relazioni di casi di MSP non esistono dei dati di prevalenza basati sulla popolazione.
La durata media per stabilire una diagnosi di MSP generalmente supera i sei mesi, spesso un fratello o una sorella è morto di cause non diagnosticate prima che sia scoperta la MSP.

Caratteristiche
La caratteristica principale della MSP è il coinvolgimento di un genitore, solitamente la madre, che di fatto provoca i sintomi del figlio.
Solitamente i sintomi non sono caratteristici di malattie conosciute e questo confonde i pediatri e gli altri clinici e li induce ad ulteriori accertamenti. In genere passa parecchio tempo prima che i medici inizino a prendere in considerazione l’idea che il malessere del piccolo paziente sia procurato dalla madre.
I metodi usati per creare sintomi nei figli sono eterogenei e spesso crudeli. Ad alcuni bambini sono state iniettate segretamente feci, urine o saliva, oppure flora fecale e microbi vaginali. Altri sono stati avvelenati con veleno per topi, purganti, arsenico, olio minerale, lassativi, insulina, sale o pepe da tavola, zucchero, tranquillanti e sedativi e in un caso persino con massicce quantità di acqua. Tra gli attacchi fisici si sono verificati tra gli altri: punture di spillo sul viso e sul corpo, lesioni facciali da strumento o con unghie, e soffocamento premendo una mano o un cuscino sul volto. Altri attacchi fisici ugualmente pericolosi sono stati volontaria sottonutrizione e ambiente domestico sporco e trascurato, induzione di attacchi epilettici o perdita di coscienza. Una tecnica indiretta usata da queste madri è di falsificare le analisi di laboratorio, introducendo elementi estranei nei campioni, alterando i veri risultati delle analisi, o sostituendoli con altri di pazienti realmente malati.

La dottoressa Donna Rosemberg dell'Health Sciences Center dell’Università del Colorado indica quattro principali caratteristiche della MSP:
la malattia del bambino viene simulata e/o provocata da un genitore o da chi ne fa le veci;
il bambino viene ripetutamente sottoposto a esami e trattamenti medici;
il responsabile dei maltrattamenti nega di sapere la causa della malattia del bambino;
la sintomatologia acuta si riduce quando il bambino viene allontanato dal responsabile.

Sottotipi

Judith Libow e Herbert Schreirer del Children’s Hospital Medical Centre di Oakland hanno classificato la MSP secondo le tipologie dei genitori:

cercatori di aiuto - Sono casi solo apparentemente simili a quelli della MSP. Normalmente si ha un unico episodio di malattia immaginaria piuttosto che una lunga serie di esperienze mediche. Posta di fronte all’evidenza, la madre reagisce con sollievo, è disposta a collaborare e non tradisce alcun segno di ostilità o rifiuto. L’inganno le consente di cercare le cure mediche per sé, legittimando attraverso il figlio ‘malato’ il bisogno di aiuto psicologico;

responsabili attivi - Sono i casi da manuale della MSP, in cui un genitore direttamente e attivamente provoca i sintomi nel bambino tramite soffocamento, iniezioni o avvelenamento. Quello che stupisce è che queste madri sono straordinariamente cooperative e grate verso i medici, tanto da sembrare le madri ideali;

medico-dipendenti - In questi casi di MSP l’inganno si limita ad un falso resoconto dei precedenti clinici del bambino. Non c’è alcun intervento diretto sulla sintomatologia. Naturalmente, a causa di questi falsi sintomi, il bambino subisce molti esami inutili e dolorosi. Le madri sono convinte che i figli siano realmente malati e si risentono se medici e personale ospedaliero non confermano le loro convinzioni. I bambini di questo gruppo sono in genere più grandi. Le madri sono tendenzialmente più ostili, paranoiche ed esigenti verso i medici da cui sono ‘dipendenti’.

Un altro sottotipo di MSP è stato individuato nella sindrome di Münchausen “seriale”, vale a dire che si ripete con più figli della stessa famiglia. In una rassegna di 117 casi riportati in letteratura la percentuale di episodi che si ripetono all’interno della stessa famiglia è del 9% (Rosemberg, 1987). Spesso nei casi di MSP seriale i figli “si ammalano” uno per volta, di solito intorno alla stessa età del fratello precedente, ma sono riportati casi in cui tutti i figli venivano ricoverati nello stesso momento.

Caratteristiche della madre affetta da MSP
Solitamente la madre MSP è una donna abbastanza colta, in grado di esprimersi con proprietà. Talvolta ha una preparazione medica di qualche tipo. Può aver frequentato un corso di laurea in infermieristica o in medicina, senza necessariamente laurearsi o conseguire in titolo. Spesso segue con attenzione le serie televisive di ambientazione ospedaliera o medica, compra riviste che trattino dell’argomento e legge dizionari medici. Quando il figlio viene ricoverato si dimostra un’ottima interlocutrice per il personale sanitario, ascolta con attenzione e si dimostra collaborativa. È per questo che una diagnosi di MSP viene solitamente accolta con sorpresa dagli operatori, che la consideravano una madre affettuosa e amorevole.

Gli aspetti patologici di una madre MSP sono da considerarsi le reazioni paranoidi, la convinzione maniacale che il figlio sia malato e la personalità sociopatica. Appare infatti evidente che queste donne adottano uno stile affascinante e subdolo per sfruttare gli altri violando le norme sociali e morali, senza senso di colpa o rimorso alcuno. Sono frequentemente affette da un disturbo di personalità più o meno marcato (istrionico, borderline, passivo-aggressivo, paranoide, narcisistico).
Infine è ricorrente il fatto che le madri abusanti siano state a loro volta vittime di maltrattamento, anche se in forma diversa, durante l’infanzia da parte dei genitori (Eminson, Postlethwaite, 1992; McGuire, Feldman, 1989; Rosemberg, 1987). Meadow ha reperito il ricorrere di abuso psicologico e incuria nel 70% almeno, e di violenza fisica e sessuale in circa un quarto delle madri che hanno soffocato uno o più figli.

Ruolo del padre in MSP
Il ruolo del padre è misterioso e incerto. Il più delle volte è assente dalla vita familiare o resta lontano da casa per la maggioranza del tempo. Questo, naturalmente aiuta la madre nel fabbricare i sintomi senza che nessuno se ne accorga. Il fatto curioso, tuttavia, è che quando la donna viene scoperta e messa di fronte agli abusi perpetrati non di rado il marito la sostiene e può persino rendersi complice dei suoi inganni, facilitando tacitamente il suo comportamento.

Legami con la sindrome di Münchausen
Molte madri affette da MSP hanno a loro volta precedenti di sindrome di Münchausen. Randal Alexander et al. hanno studiato cinque famiglie affette da ‘MSP seriale’, famiglie, cioè, in cui più di un figlio aveva subito maltrattamenti. Da questo studio è emerso che l’80% delle madri aveva inventato, almeno una volta, la propria sintomatologia. In ogni caso tutti gli esperti sembrano essere d’accordo sull’esistenza di un rapporto tra la MSP e la sindrome di Münchausen negli adulti.

Terapia
I pazienti con sindrome di Münchausen per procura sono trattati raramente con successo, comunque le terapie implicano raramente l’utilizzo di psicofarmaci e impiegano anni di counseling.
L’approccio migliore per evitare o contenere i rischi anche a lungo termine è reputato quello di un programma terapeutico integrato, con intervento non solo di psicologi e psichiatri, ma anche di pediatri e professionisti delle agenzie di protezione dei bambini.

Implicazioni legali
La sindrome di Münchausen per procura può essere a tutti gli effetti considerata un abuso sui minori. Questo tipo di abuso, tuttavia, non è ben noto, né tra il pubblico, né tra i medici che hanno in cura questi pazienti. In letteratura questi bambini vengono definiti "maltrattati chimicamente" o "batteriologicamente seviziati".
Le persone affette da sindrome di Münchausen per procura si trovano, sia dal punto di vista legale che dal punto di vista medico, in una condizione particolare e bizzarra. Infatti, perché la sindrome sia riconosciuta è necessario che sia verificato un comportamento di tipo criminale, e il comportamento criminale è interpretabile solo sulla base della sindrome. Come è ovvio non è mai stato osservato un paziente affetto da sindrome di Münchausen per procura che non abbia maltrattato un figlio.

Bibliografia

L.R. Franzini e J.M. Grossberg. Comportamenti bizzarri. Astrolabio, 1996
C. Gerald; E. Davison; M.J. Neale. Psicologia clinica. 2a ed. Bologna, Zanichelli, 2000
I. Merzagora Betsos. Demoni del focolare. Mogli e madri che uccidono. Centro Scientifico Editore, 2003
R. Asher. Münshausen’s syndrome, Lancet, 1951, 1: 339-341
R. Meadow. Management of Münchausen syndrome by proxy, Arch Dis Childhood, 1985, 60: 392
Lissy De Ridder e Hans Hoekstra. Manifestation of Münchausen Syndrome by Proxy in Pediatric Gastroenterology, J Pediatr Gastroenterol Nutr, 31: 2008-221
I. Marzagora Betsos. Madri che uccidono. Atti del VII Congresso Nazionale SOPSI (Roma, febbraio 2002)



Marybeth Roe Tinning era una killer statunitense che soffriva di alcuni disturbi della personalità (tra cui l'ossessione di spendere e il disinteresse nei confronti della famiglia): soffocò tutti e otto i suoi figli a Duanesburg. Gli omicidii avvennero tra il 20 gennaio 1972 e il 20 dicembre 1985, la vittima più giovane aveva due settimane, la più vecchia quattro anni; non vennero eseguite autopsie sui cadaveri, quindi i medici non sospettarono mai di lei; prima dei figlicidi, aveva tentato di avvelenare il marito Joseph.
Arrestata il 4 febbraio 1986, confessò solo alcuni omicidi e, il 17 luglio 1987, venne condannata a scontare almeno 20 anni di carcere. Uccise per attirare a sé l'attenzione; soffriva della Sindrome di Munchausen per Procura.



GB - L'Angelo della morte

febbraio-aprile 1991 - Beverley Gail Allitt (nata il 4 ottobre 1968), soprannominata l'Angelo della Morte', era un'infermiera inglese pediatrica che è stata accusata di aver ucciso quattro bambini e feriti altri nove, nel 1991, nel reparto pediatrico di Grantham e Kesteven Hospital, Lincolnshire dove ha lavorato. Da allora è diventata una delle serial killer più note. Il suo metodo di uccidere è stato quello di iniettare l'insulina ai bambini per provocare l'arresto cardiaco.

Le vittime

* Liam Taylor (di sette mesi) è stato ricoverato al reparto per una infezione al torace ed è stato assassinato il 21 febbraio 1991.

* Timothy Hardwick (di undici anni) ha subito la paralisi cerebrale ed è stato ricoverato al reparto dopo un attacco epilettico. È stato assassinato il 5 marzo 1991.

* Kayley Desmond (di un anno) ammessa al reparto per una infezione al torace. Allitt ha tentato di ucciderla l'8 marzo 1991 ma la bambina è stata rianimata e trasferita in un altro ospedale dove si è ristabilita.

* Paul Crampton (di cinque mesi) ammesso al reparto per una infezione al torace il 20 marzo 1991. Allitt ha tentato di ucciderlo con una dose eccessiva di insulina in tre occasioni prima che fosse trasferito in un altro ospedale dove ha recuperato.

* Bradley Gibson (di cinque anni) ammesso al reparto per la polmonite. Ha subito due arresti cardiaci, il 21 marzo 1991, a causa di Allitt che gli somministrò dosi eccessive di insulina. Riuscirono anche qui a trasferirlo in un altro ospedale dove ha recuperato.

* Yik Hung Chan (di due anni) ammesso al reparto a seguito di una caduta il 21 marzo 1991. Ha sofferto un attacco di desaturazione dell'ossigeno prima che fosse trasferito in un altro ospedale dove ha recuperato.

* Becky Phillips (di due mesi) ammesso al reparto per la gastroenterite il 1 ° aprile 1991. Gli è stato somministrata una dose eccessiva di insulina da parte Allitt e morì a casa due giorni dopo.

* Katie Phillips (di due mesi) la gemellina di Becky, lei è stata ricoverata nel reparto per precauzione dopo la morte di sua sorella. Dovette essere rianimata due volte per episodi di apnea (che più tardi fu scoperto essere causati da overdose di insulina e potassio). Dopo la seconda volta in cui ha smesso di respirare, è stata trasferita in un altro ospedale ma, questa volta, ha subito danni cerebrali permanenti, paralisi parziale e parziale cecità a causa di mancanza di ossigeno.

* Claire Peck (di quindici mesi) ammessa nel reparto in seguito ad un attacco d'asma, il 22 aprile 1991. Dopo essere stata messa su un ventilatore, è stata lasciata sola con Allitt per un breve intervallo, durante il quale ebbe un arresto cardiaco. E' stata rianimata ma è morta dopo un secondo arresto cardiaco, dopo un secondo periodo in cui rimase sola con Allitt.


Le accuse

La Allitt aveva aggredito tredici bambini, quattro fatalmente purtroppo, nel corso di un periodo di 58 giorni, prima che fosse arrestata con le accuse di omicidio. Fu solo dopo la morte di Claire Peck che il personale medico divenne sospettoso del numero di arresti cardiaci nel reparto pediatrico e fu chiamata la polizia. Si è riscontrato che la Allitt era l'unica infermiera in servizio durante tutti gli attacchi cardiaci dei bambini, e inoltre era l'unica che avesse accesso ai farmaci.
E 'stata formalmente accusato per l'omicidio, tentato omicidio e lesioni personali gravi nel novembre 1991. E, dopo due mesi di processo, è stata condannata per i suoi crimini il 23 maggio 1993 all'ergastolo. Il giudice del processe alla Allitt, stabilì che serviva una detenzione minima di 40 anni, quindi tenerla in carcere fino al 2032, all'età quindi di 64 anni, e sarebbe potuta essere rilasciata solo se i medici avessero confermato il fatto che non rappresentasse più un pericolo.
I motivi non sono mai stati completamente spiegati. Secondo una teoria, la sindrome di Munchausen per procura spiega le sue azioni. Questo disturbo di personalità controversa è descritto come implicante un modello di abuso in cui un autore falsifica fisicamente malattie in una persona sotto la loro cura, al fine di attirare l'attenzione.
fonte

NEW YORK - Veleni alla figlia per farla ammalare
18 aprile 1996Una bambina di nove anni è stata deliberatamente avvelenata per anni dalla madre che voleva attirare su di sé l'attenzione dei medici e dei mass-media.
Kathy Bush, madre della piccola, è stata arrestata e incriminata per gravi maltrattamenti a minore da un tribunale della Florida, dopo che aveva fatto ricoverare duecento volte la figlia Jennifer sottoponendola a ben 40 interventi chirurgici.
Il desiderio di pubblicità, la voglia di diventare personaggi pubblici e di comparire alla Tv, è un male, come si sa, molto diffuso. Perfino l'inafferrabile Unabomber ne è stato travolto, individuato dopo 17 anni di clandestinità per aver chiesto alla stampa di pubblicare i suoi scritti. La madre della baby pilota Jessica è stata punita con la morte della figlia e del marito, che speravano, al termine della traversata, di essere ricevuti alla Casa Bianca.
Ma ancora non c'era stata nessuna madre che avesse iniettato veleni e batteri infetti alla propria figlia. Il tutto accompagnato da una campagna per chiedere l'assistenza medica alle famiglie che ne sono prive - una campagna che aveva portato Kathy Bush, madre della bambina, sulle prime pagine dei giornali e perfino ad essere fotografata accanto a Hillary Clinton e a una star del baseball, Jeff Conine.
Per la verità, le infermiere che avevano avuto a che fare con Kathy Bush e la figlia Jennifer sostengono di sospettare da anni che quella bambina che la madre faceva ricoverare di continuo in ospedale non avesse nulla di grave. Ma la madre, dice il pubblico ministero che l' ha fatta arrestare accusandola di aver provocato le malattie della figlia, era esperta di cose mediche, parlava da pari a pari con i dottori, finendo ogni volta per convincerli che la bambina era gravemente malata.
I medici hanno anche un nome per questo comportamento scellerato: a loro parere si tratta di un disordine mentale chiamato "sindrome di Munchausen per procura". In altre parole il desiderio della madre di essere al centro dell' attenzione del personale medico e del mondo in generale l'aveva portata a far ammalare la figlia, iniettandole materiale fecale. Per anni, alla bambina erano state diagnosticate una serie di malattie, dall' avere un debole sistema immunitario a disturbi dell'intestino e della vescica.
Jennifer era stata operata per ben quaranta volte, e viveva con tubi che collegavano stomaco e intestini con i vasi sanguigni. In questi tubi, hanno testimoniato le infermiere, la madre metteva qualcosa di strano ogni volta che visitava la bambina. Loro se n'erano accorte perché i dosaggi nei contenitori per la fleboclisi aumentavano dopo la visita della madre. In un caso l'avevano perfino vista iniettare una sostanza in bocca alla figlia con una siringa orale. Ogni volta, dopo una visita della madre, le condizioni di Jennifer peggioravano.
Due anni fa, durante un meeting alla Casa Bianca per la riforma sanitaria, una delle battaglie combattute da Hillary Clinton, la piccola Jennifer era stata fotografata accanto a Hillary. In un'altra occasione, Jennifer e la madre erano comparse alla tv e fotografate su tutte le prime pagine dei giornali nazionali perché Jennifer aveva scritto alla squadra di baseball della Florida per chiedere che terminassero lo sciopero in corso in modo che lei, a letto e piena di tubi e appena operata ad un orecchio, potesse almeno vedere la partita.
Madre e figlia avevano anche testimoniato ad un'udienza in Senato sui costi dell'assistenza sanitaria. Articoli sulla lotta eroica della madre e della bambina erano usciti su Usa Today. La madre era stata ricevuta dal governatore della Florida e dalla star del baseball Jeff Conine.
Nel frattempo alla famiglia arrivavano donazioni pubbliche e private con cui, dice il pubblico ministero, la famiglia aveva installato una piscina da ventimila dollari, si era comprata automobili e una Harley Davidson, e aveva fatto vacanze lussuose.
Kathy Bush non era in prima linea solo nella battaglia per la riforma sanitaria, ma anche come critica accanita del ministero della salute della Florida. E il ministero, sulla base di un'informazione anonima, nel 1995 cominciò a indagare su di lei.
Ieri, Kathy Bush è stata arrestata con l'accusa di maltrattamenti gravi nei confronti di un minore e di frode organizzata. Il padre non è stato arrestato. La bambina è stata affidata a un istituto con un'infermiera per assisterla in permanenza. Ma i vicini non credono ai risultati delle indagini. "Kathy era una madre meravigliosa" sostengono, "Jennifer non sarebbe stata viva se la madre non si fosse data tanto da fare".
fonte

Roma - Avvelena i bambini per poi dimostrare che è brava a salvarli
2 febbraio 2010Come nelle puntate dei più terribili gialli, la presunta colpevole è la baby-sitter, accusata di tentato omicidio dei bambini a cui doveva badare.
Il piccolo di 18 mesi e la bambina di 6 anni, erano figli di due coppie di Roma, quartiere Parioli, e bevevano succhi di frutta avvelenati dalla loro tata. Aggiungeva ai succhi l'atropina contenuta nei colliri, velenosa, e che, se assunta in dosi elevate, può causare anche il decesso.
Questo è quanto accaduto un anno fa, ed ora sotto accusa è una ragazza di 31 anni, Tabatha P. di Alatri, a seguito della denuncia dei genitori dei bambini presso cui lavorava come baby-sitter, dopo essersi anche finta medico.
A svelare quello che stava accadendo è stato proprio l'atteggiamento della ragazza, troppo sicuro per non essere lei la colpevole della somministrazione del veleno ai bambini, ed anche lo strano succedersi dei fatti, visto che i due bambini sono finiti in ospedale ad un mese di distanza l'uno dall'altra.
Inoltre, è stata proprio lei, durante i ricoveri presso il Bambin Gesù, a suggerire che si trattava sicuramente di intossicazione da atropina, dopo essersi presentata come medico.
Inizialmente gli inquirenti hanno pensato che la ragazza usasse l'atropina per sedare i bambini, ma poi è parso più chiaro e inquietante il fine della baby-sitter: dimostrare la sua bravura come medico, qualifica che poi è stata smentita. Aveva, infatti, rubato un camice da medico presso il Policlinico romano Umberto I, insieme ad alcune prescrizioni mediche. La donna smentisce dicendo che probabilmente i bambini hanno assunto accidentalmente l'atropina da medicinali presenti nelle case. Gli avvocati difensori, inoltre, dicono che non si può parlare di tentato omicidio, per le basse dosi assunte dai bambini.

Texas - Madre spalmava feci sul catetere della figlia
5 aprile 2011 - Una donna di Austin, Texas, che è stata vista tramite una videocamera spalmare feci umane sul catetere della figlioletta di 3 anni in ospedale è stata condannata a 20 anni di prigione dopo essersi dichiarata davanti al giudice colpevole di grave danni ad un minore.
Emily Beth McDonald, 25 anni, secondo il suo avvocato Bob Phillips, ha spalmato le feci sul catetere credendo così di aumentare la febbre della bimba e di conseguenza indurre i medici curanti a riprendere una cura con antibiotici che volevano sospendere ritenendola non più necessaria. Ma la donna la pensava diversamente e riteneva la cura essenziale.
I medici e gli infermieri dell’ospedale dove la bimba era ricoverata per una grave forma di diarrea si sono insospettiti quando hanno dovuto sostituire i condotti endovenosi nella bimba a causa del manifestarsi di infezioni e coaguli. Hanno piazzato una videocamera nella stanza ed hanno colto la McDonald sul fatto. La bimba sta ora bene, ed assieme ai fratelli è stata affidata al padre.

USA - Madre inietta liquido sospetto alla figlia neonata: incastrata dal video dell'ospedale
4 febbraio 2012 - È stata filmata dalla telecamera dell'ospedale in cui è ricoverata la sua bambina mentre le iniettava una sostanza sconosciuta. Ladonna Parlier, 26enne madre di Naomi, di soli cinque mesi, e di altri tre bambini, ora è sospettata di abusi sulla sua stessa piccola.
Naomi pesa poco più di tre chili e mezzo e soffre di palatoschisi, perciò ha passato molti mesi della sua breve vita al Carolinas Medical Center, a Charlotte, in North Carolina.
Gli investigatori e i medici stanno cercando di fare chiarezza sul caso. Per ora la signora Perlier è sospetta di cinque capi d'accusa per abusi su minore, dopo la denuncia effettuata dallo stesso centro medico. Il personale dell'ospedale, infatti, sospettava già della donna, per questo aveva trasferito Noemi in una stanza con sistema di videosorveglianza.
La bambina, che al momento non dovrebbe soffrire di particolari disagi, ha subito una serie di interventi, ma continua a lottare.
Timonthy Parlier, il padre di Naomi, ha spiegato che le condizioni della figlia oscillano spesso, e non riesce a credere che la moglie possa aver fatto del male alla piccola. L'uomo dice che è ancora presto per credere che la donna possa soffrire della sindrome di Münchausen, un disordine in cui gli abusi di un genitore su un bambino sono finalizzati alla ricerca di attenzione.
fonte

Torino - Iniettava insulina al figlio di 4 anni Voleva farlo soffrire: madre arrestata
12 agosto 2014 - La vicenda, riportata sulle pagine locali di alcuni quotidiani, è iniziata in una località della cintura torinese e poi continuata all'ospedale Regina Margherita di Torino; si è conclusa nei giorni scorsi con l'arresto della madre, un'infermiera professionale di 42 anni, smascherata da telecamere subito dopo avere somministrato al piccolo l'ennesima dose.
I carabinieri contestano alla donna, ora detenuta in isolamento in carcere, l'accusa di tentato omicidio. Tra le ipotesi degli investigatori, c'è che sia affetta da 'sindrome di Munchausen', una patologia psichiatrica che l'avrebbe portata a provocare lo stato di sofferenza nel proprio bambino allo scopo di farlo sentire più vicino a lei.
Per questa ragione la procura ha disposto una consulenza affidando l'incarico a un medico. Ancora da valutare completamente, invece, i danni al bambino, che potrebbero essere anche permanenti.

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_italiana/2014/08/12/iniettava_insulina_al_figlio_di_4_anni_voleva_farlo_soffrire_madre_arrestata-5-381775.html

USA - Avvelena a morte il figlio col sale per raccontare la sua malattia

aggiornamento del 3 marzo 2015Lacey Spears, una madre di 27 anni del Kentucky, è stata giudicata colpevole di aver avvelenato lentamente e sistematicamente con il sale suo figlio Garnett, fino a farlo morire, all'età di cinque anni. E il movente, è stato il desiderio di raccontare "la malattia" del piccolo sui social network.
La donna, secondo quanto ha provato l'accusa nel corso del processo in un tribunale dello stato di New York, ha impartito massicce dosi di sodio al piccolo attraverso una sonda gastrica con cui lo alimentava. E poi documentava su Twitter a altri social media ogni volta che il piccolo veniva ricoverato in ospedale. Fino a quando è morto, il 23 gennaio 2014.
L'accusa ha dimostrato che la donna "si soddisfaceva dell'attenzione che aveva dalla sua famiglia, dai suoi amici, i suoi colleghi, e in particolare i medici, sulla malattia del figlio". Alla pronuncia del verdetto di colpevolezza, la Spears è rimasta pressochè impassibile. La condanna verrà annunciata l'8 aprile: rischia l'ergastolo.


Nessun commento:

Posta un commento