24 dicembre 2008

'Parlavamo di regali, poi l' inferno'

«Mi avete rovinato la vita», urla Luigina Chiatello al genero. Le 12,10 di ieri mattina: lui guida la sua Fiat "Stilo" che viaggia sull' A10 verso Mignanego, lei è seduta sul sedile posteriore. è una lite, in auto, tra due persone che da tempo affrontano una crisi famigliare. All' improvviso, però, si trasforma in una follia, in un inferno che non sembra appartenere alla realtà, ma invece alla finzione feroce di un film dell' orrore. Una fiammata violenta che esplode, il fuoco che si sprigiona e si alimenta nei sedili sintetici dell' auto, il fumo nero e avvelenato che invade tutto e soffoca. Luigina Chiattello, 63 anni, ha deciso di bruciare vivo Ivan Chessa, 35 anni, l' ex marito della figlia, cospargendolo di trielina mentre sta guidando. Il suo disegno di morte e di vendetta, però, le si rivolta contro: sarà solo lei infatti a restare intrappolata in quella carcassa avvolta dalle fiamme. Chessa, invece, riuscirà a fermare la "Stilo" dentro la galleria Cantarena, appena in tempo per aprire la portiera e mettersi in salvo. «Ho sentito un forte odore di qualcosa come acetone o trielina», racconterà più tardi, terrorizzato, agli agenti della polizia stradale guidata dal comandante Valter Trovò. Luigina, originaria di Savona, aveva premeditato tutto: un suicidio che doveva essere anche un omicidio. Dietro quella scelta terribile, la paura che l' uomo potesse impedirle di rivedere il nipotino di 7 anni. Così, la donna compra una bottiglia di trielina e, quando ieri mattina il genero passa a prenderla sotto la sua abitazione, in via della Benedicta, chiede di sedersi dietro: «Soffro l' auto», dice. Una scusa, ma lui non sospetta nulla e la fa salire. La Stilo si dirige verso il Cep di Prà: mancano pochi minuti a mezzogiorno. Poi imbocca la A-10 a Voltri, diretta a Mignanego, per prendere il bambino, figlio di Ivan Chessa e dell' ex moglie, Roberta Chiatello, 34 anni, la figlia di Luigina, che si è risposata dopo il divorzio. Suocera e genero discutono dei regali di Natale e del piccolo che, dopo la separazione dei genitori nel 2004, è in affidamento congiunto e vive nella casa della nonna materna e in quella del padre. Ivan, operaio ai Cantieri Navali di Sestri Ponente, abita in via Montanella 114, nello stesso quartiere della suocera. Lei però, così come il genero, sa che tra qualche settimana il Tribunale dei Minori dovrà decidere sull' affidamento unico del bambino, chiesto dall' uomo. La discussione in auto degenera. Anche se dalle dichiarazioni rese da Roberta Chiatello, pare che suocera e genero andassero d' accordo: «In certi momenti ho persino pensato che tramassero contro di me», ha aggiunto la donna. è probabile che nel diverbio salti fuori la letterina che il bambino ha scritto a Babbo Natale e che la polizia poi troverà nella tasca dei jeans di Ivan. Luigina, però, aveva già deciso tutto: ha scritto un biglietto, trovato in casa, diretto alla figlia e al nipotino: "Vi ho voluto tanto bene". La lite prosegue tra Pegli e Sestri Ponente, poi il lampo che si accende dentro l' auto, quando questa infila la galleria Cantarena. «Ho visto le fiamme provenire dall' interno- ripete l' unica testimone, una donna che precedeva di una ventina di metri la vettura - poi un uomo che brucia, che esce e si toglie il giubbotto di pelle marrone». La stessa versione di Ivan. Il fumo intanto invade la galleria: gli altri automobilisti si fermano, lasciano le vetture e fuggono. è la stessa testimone che avverte il "113". Arrivano la polizia stradale e i vigili del fuoco di Multedo. Un agente tenta di entrare dentro il tunnel, invano. Soltanto i pompieri, con gli autorespiratori, raggiungono la "Stilo", ma Luigina Chiatello è ormai carbonizzata. Accanto a lei, all' altezza della mano sinistra, rimangono i resti di una bottiglietta di vetro. Ivan ha ustioni sul 20 per cento del corpo, ma non è in pericolo di vita. «Speriamo di sciogliere la prognosi presto», dice Giuseppe Palomba, medico del Centro Grandi Ustioni di Sampierdarena. Per gli inquirenti non sembrano esserci dubbi, anche se gli agenti hanno sequestrato i suoi: l'operaio in ospedale non cade mai in contraddizione. Oggi sarà sentito dal pm di turno, Enrico Zucca. - GIUSEPPE FILETTO
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/23/parlavamo-di-regali-poi-inferno.html


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