14 febbraio 2016

Avvocato morto, la sorella al telefono: "Sì, ho fatto morire mio fratello"

Massa Carrara, la donna inchiodata da un’intercettazione. Tutto legato alla questione dell'eredità di Marco Valerio Corini


LA SPEZIA. «Quando una settimana prima ho chiesto a Marco devi dirmi tu quando non è più tollerabile la tua vita lui mi ha detto: “No, io ho ancora piacere nel vedervi”. In realtà ho deciso io per lui quando non era più tollerabile. Volevo soltanto che fosse chiaro che ho deciso io che sarebbe morto quel giorno. Non ce la facevo più a vederlo star male. Però è stata una decisione solo mia».
Un’intercettazione telefonica. Una confessione durante una lunga chiacchierata con un’amica. Una confessione anche per il giudice. Che inchioda Marzia Corini. È stata lei - secondo l’accusa - a uccidere il 25 settembre scorso il fratello, l’avvocato Marco Valerio, un principe del foro famoso per i processi antimafia ma anche per avere annoverato fra i suoi clienti illustri il portiere della Nazionale, Gianluigi Buffon, con cui ha condiviso una grande amicizia e l’avventura ai vertici societari della Zucchi.
TRE DONNE E UN MISTERO
Una vicenda complessa, che vede protagoniste, con ruoli diversi, tre donne. La sorella di Marco, medico anestesista per anni a Pisa e ora volontaria in Africa. La fidanzata dell’avvocato, Isabò Michelle  Barrack, una giovane bellezza esotica (il padre è delle Seychelles la madre di Chiavari). Una collega forense di Marco, amica di vita e per un periodo anche socia nel lavoro. Sullo sfondo il mistero di due testamenti (uno dell’estate del 2015 e l’altro del 18 settembre dello stesso anno, una settimana prima della morte di Marco Corini) e un’eredità milionaria. Elementi degni di un romanzo noir. Ma questa volta non ci sono le pagine di un libro, ma quelle 28 messe dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Marta Perazzo.
PARTIAMO DALL’EPILOGO
Per la morte di Marco Corini, attribuita cinque mesi fa all’aggravarsi naturale del tumore con cui da tempo combatteva, è finita agli arresti domiciliari la sorella, la dottoressa Marzia Corini, di 52 anni: dovrà difendersi dall’accusa di omicidio volontario aggravato . Le indagini coordinate dai pm Luca Monteverde e Giovanni Maddaleni e sviluppate dai carabinieri della polizia giudiziaria presso la Procura, sono partite subito dopo la morte di Corini.
TESTAMENTI
Proprio dal grande lavoro investigativo è emersa una rilettura del decesso: la sorella, Marzia avrebbe fatto cambiare testamento al fratello, già malato terminale, e poi gli avrebbe iniettato dosi massicce di morfina che ne hanno accelerato la morte. In questa maniera la donna, dopo la morte del fratello, sarebbe diventata erede del patrimonio di Marco Valerio, che invece avrebbe fatto precedentemente un altro testamento a favore della fidanzata poco più che ventenne. Proprio quello stesso testamento che, come Isabò Michelle Barrack, compagna del legale da quattro anni, ha confidato agli inquirenti, sarebbe poi sparito dalla cassaforte della villa, durante uno degli ultimi ricoveri in ospedale del fidanzato. Da qui hanno preso il via le indagini. Dopo che alla giovane donna vennero negate le chiavi della villa dove aveva vissuto con Marco Corini. Intanto il testamento (l’unico che resta firmato da Marco Valerio Corini ) è stato impugnato. Non sarà invece possibile effettuare l’esame autoptico sulla salma: per sua espressa volontà Marco Corini è stato cremato.

 UN PIANO DIABOLICO?
Quello che si delinea nelle fitte pagine dell’ordinanza è un piano diabolico per la cui attuazione Marzia Corini sarebbe stata aiutata da una collega e amica del fratello, Giulia Feliciani. Secondo quanto accertato dai carabinieri è stata lei, l'avvocata, a convincere Corini a stracciare il primo testamento e a sottoscriverne un altro. Un testamento molto più favorevole alla sorella di Marco (a cui è toccato un milione di euro). E che avrebbe fruttato 200.000 euro alla collega avvocato che adesso è indagata per circonvenzione di incapace e testamento falso. Ci sono anche altri beneficiari nel testamento che saranno ascoltati dalla Procura.
LA TELEFONATA
Una è l’amica Susanna, quella alla quale nel gennaio scorso Marzia Corini ha confessato di aver ucciso il fratello. «Ma tu hai capito che se io non avessi sedato Marco in quel giorno non sarebbe morto? L’hai capito o no? Ha scherzato con me, siamo andati in bagno, no non sarebbe mai morto, nè quel giorno nè il giorno dopo nè dopo una settimana. Ma non ce la facevo più a vederlo stare male, stavamo andando comunque contro un muro. L’unica cosa che potevo fare per lui era non fargli sapere quando sarebbe morto. Ma volevo che tu lo sapessi».
CORSA CONTRO IL TEMPO
Un’altra intercettazione telefonica fondamentale per l’accusa. Marzia Corini, insieme all’avvocato Giulia Feliciani, avrebbe ingaggiato una vera e propria corsa contro il tempo per evitare che Marco potesse, grazie a un amico giudice, sposare, anche in un momento così difficile della sua vita, la sua Isabò. Ma anche alla vigilia dell’incontro con un notaio per tornare a parlare del testamento. Forse proprio questa voglia di Marco di voler restare attaccato alla vita, e alla fidanzata, potrebbe, secondo gli inquirenti, aver spinto la sorella ad accellerarne la morte con una iniezione letale di antidolorifici. Un’accusa pesantissima. Una sorella che uccide il fratello. E che sapeva anche di essere stata incastrata. Lo dice (ed è stata di nuovo intercettata) tre giorni fa un amico: «Sanno tutto, Isabò mi ha denunciato per l’omicidio di mio fratello».


L’ARRESTO
Adesso Marzia Corini si trova agli arresti domiciliari nella villa del fratello affacciata sulla Val di Magra. Ai suoi avvocati Alessandro Rappelli e Enrico Marzaduri ha detto solo poche parole. «È stata lei ad accudire fino all'ultimo il fratello, lo amava, non avrebbe mai potuto ucciderlo», sostengono i legali. E lei, Marzia, la foto di Marco, lontano dalla malattia, dalla prostrazione degli ultimi mesi di vita, l’ha pubblicata sulla bacheca di Facebook, il 21 novembre scorso, a poco meno di due mesi dalla sua morte. In quella foto Marco sorride, abbronzatissimo. Sotto Marzia ha scritto solo poche parole: «Lui.. era mio fratello».

link alla notizia:
http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2016/02/14/news/si-ho-fatto-morire-mio-fratello-1.12956698



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