14 ottobre 2015



L’accusa è di concorso in omicidio, detenzione illegale e porto d’arma, danneggiamento e stalking. 12 in totale gli arresti. Molteni ucciso un anno fa con 2 colpi di pistola.

La moglie di Alfio Molteni, l’architetto 58enne ucciso a Carugo un anno fa, è stata arrestata all’alba di mercoledì con l’accusa di concorso in omicidio, detenzione illegale e porto d’arma, danneggiamento e stalking. Stessa accusa anche per il suo amante, un commercialista, finito in manette negli stessi istanti. I due, come hanno accertato gli inquirenti, avevano da tempo una relazione, mentre lei si stava separando dal marito. Alfio Vittorio Molteni, noto designer, una vita di lavoro tra la Brianza, la Russia e Dubai, era stato freddato con due colpi di pistola sotto casa, la sera del 14 ottobre 2015. I carabinieri avevano già arrestato i presunti responsabili materiali dell’omicidio e degli atti intimidatori che lo avevano preceduto. Ora la nuova clamorosa svolta, con l’arresto della moglie e dell’amante di lei, commercialista di Inverigo, che sarebbero i mandanti del delitto. Daniela Rho, 46 anni, e Alberto Brivio, 49, sono stati portati in carcere dai militari dell’Arma del nucleo investigativo di Como. I due avrebbero incaricato una guardia giurata, già in carcere, di «punire» l’architetto. Con i due arresti di mercoledì sale a dodici il numero delle persone fermate per il delitto di Carugo. E a questo punto il cerchio dovrebbe essere chiuso.
Il movente
Il movente dell’omicidio di Molteni va ricondotto alla tormentata separazione dalla moglie, in particolare in relazione ai contrasti sull’affidamento delle figlie, che la donna voleva ottenere in via esclusiva. La Rho avrebbe anche usato gli atti intimidatori precedenti l’omicidio e lo stesso delitto per descrivere Molteni come una persona con frequentazioni equivoche e pericolose, così che all’uomo fosse impedito dal Tribunale di Como di vedere le figlie per tutelare la loro incolumità. La donna e il suo amante pensarono anche di «incastrare» il professionista inserendo un pacchetto di droga nella sua auto.
La persecuzione: fuoco e spari
Per esempio, il 17 giugno del 2015 il Tribunale di Como aveva stabilito che le figlie minorenni trascorressero il fine settimana nell’abitazione del padre: quella notte stessa fu appiccato il fuoco a una finestra dell’abitazione dell’architetto. I responsabili, arrestati nei mesi scorsi, agivano su richiesta di Brivio e della Rho. A luglio poi - hanno ricostruito i carabinieri - furono sparati colpi di arma da fuoco verso la finestra della casa di Molteni. La moglie aveva presentato tramite i suoi legali un’istanza per chiedere l’interruzione dei rapporti e dei pernottamenti delle bambine dal padre, motivata con l’esistenza di un grave pericolo per l’incolumità per le piccole, causato proprio dagli atti intimidatori subiti dall’architetto.
L’omicidio
In agosto il Tribunale di Como aveva rigettato la richiesta di incontri protetti avanzata da Daniela Rho e aveva ripristinato gli incontri delle bambine con il padre nella casa di famiglia, senza la presenza della madre e di altri operatori. Due giorni prima dell’omicidio, Daniela Rho aveva presentato un nuovo ricorso d’urgenza per ottenere la sospensione di quest’ultimo provvedimento, ma il ricorso era stato rigettato il 13 ottobre dell’anno scorso. Il giorno dopo Vincenzo Scovazzo e Michele Crisopulli, arrestati nei mesi scorsi, uccisero l’architetto per un compenso di 10mila euro.



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