28 maggio 2014

Rimini, 9 novembre 2016 - Picchiato a sangue dalla moglie e poi spintogiù dalle scale della loro abitazione al termine di un litigio. Dopo qualche giorno dal pestaggio, lo trovarono, privo di vita (il 28 maggio 2014) , all’interno di un’auto rubata. Una fine terribile per un 47enne di origine lucana che nel 2014 si era trasferito con la moglie torinese, poco più che ventenne, a Novafeltria.
E per quella morte ieri in Corte d’assise a Rimini proprio la 22enne Ylenia Reggiani, vedova della vittima, è stata condannata a sei anni e otto mesi(per l’omicidio preterintenzionale) più altri sei mesi per il reato di furto. Il pm aveva chiesto otto anni di reclusione.
Una vicenda che ha avuto inizio nell’aprile di due anni fa quando, subito dopo il matrimonio, gli sposi si trasferiscono in Valmarecchia. Le discussioni fra i due sono all’ordine del giorno e sempre molto accese con la moglie che spesso usa le maniere forti per aver ragione sul consorte, più anziano di quasi 30 anni, tra l’altro di salute molto cagionevole. Durante una di questi liti, la donna colpisce l’uomo con pugni e schiaffi sull’addome, poi lo spinge giù dalle scale. Il 47enne corre in ospedale dove fornisce due versioni, una è decisiva: “È stata mia moglie a picchiarmi”.
Ma, nonostante le ferite riportate, il 47enne fugge dal nosocomio ed insieme alla donna ruba una Seat Ibiza. Ed è proprio dentro l’autovettura che, qualche giorno dopo, viene ritrovato senza vita dopo che la Reggiani ha dato l’allarme. L’autopsia poi stabilisce una connessione tra le botte ricevute ed il decesso del 47enne lucano. E ieri è arrivata la condanna per la giovanissima vedova che è tornata a vivere in Piemonte con i genitori.


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