25 giugno 2013

Napoli: uccide il marito:"zitti che papà dorme",poi prova  a strangolare il figlio

Lunedì 24 Giugno 2013
NAPOLI - «Mamma, papà dov’è?», chiede Umberto, 12 anni, non appena rientra dal mare con la sorella gemella, Marina (nomi di fantasia, ndr). La mamma gli risponde distrattamente: «Sta dormendo, aveva mal di testa».
Umberto ancora non sa che il padre da qualche ora è morto. Ammazzato. A ucciderlo la mamma, in un impeto di ira alimentata dal terrore di aver contagiato l’intera famiglia del suo stesso male, un carcinoma mammario che le era stato asportato con prognosi favorevole. Una fobia ossessiva che le aveva provocato una psicosi al punto da pianificare una strage «per risparmiare a figli e marito lo strazio dell’agonia per un male incurabile», come racconterà lei stessa agli inquirenti.

 Un week end da incubo in casa di Tommaso Egger, 57 anni, e Maria Carmela Panariello, 41enne, conviventi e genitori della coppia di gemelli: abitano al terzo piano del civico 11 di via Calastro a Torre del Greco, da poco riuniti sotto lo stesso tetto, da quando la madre di Carmela si è trasferita da un’altra figlia. Una famiglia dove dissapori e litigi erano all’ordine del giorno; con un passato fatto di alcol e notti trascorse sulle panchine della Circum per lui e crisi depressive per lei.

Nel pomeriggio di sabato, tra le 15 e le 17,30, qualcosa in Carmela fa scattare l’attuazione del suo piano. Forse un battibecco con Tommaso, sempre sugli stessi argomenti che l’ossessionano, quelli della malattia, appunto, e della conseguente morte. La donna afferra il ferro da stiro e colpisce il compagno sfondandogli il cranio nella zona occipitale. Poi, non contenta, impugna un grosso coltello da cucina e sferra ben cinque fendenti al petto di Tommaso che muore all’istante. Tutto si svolge nella loro camera. I ragazzi sono al mare di fronte casa. Torneranno di lì a poco, alle 20. L’assenza del padre incuriosisce Umberto che chiede notizie alla mamma. Maria Carmela spiega che il papà sta dormendo; risponde con modi evasivi e anche questo suo atteggiamento lascia sconcertati i gemelli.

È ormai orario di cena ma Tommaso non si fa vedere. Carmela ripete ai figli che il padre aveva un forte mal di testa ed è bene lasciarlo riposare in tranquillità. Il tempo continua a scorrere e i ragazzi non sempre più incuriositi. Insistono con la mamma che, forse per non alimentare ulteriori sospetti dei figli, fa un rapido ingresso nella camera, per poi uscire dopo qualche attimo dicendo ai figli che il papà stava ancora dormendo e non era il caso di svegliarlo. Anzi, considerata l’ora, anche loro dovevano andare a dormire. Cose che avviene. Però Umberto resta con il dubbio e, non appena gli si presenta l’occasione, riesce a eludere la sorveglianza della mamma ed entra nella camera da letto dei genitori. La scena che gli si para davanti lo terrorizza al punto da fargli perdere la parola.

Maria Carmela si accorge che il figlio ha scoperto il cadavere del padre e monta su tutte le furie: afferra Umberto, lo blocca e gli avvolge una cintura al collo, iniziando a stringere. Le urla della donna attirano nella stanza Marina che subito ha chiara la situazione e s’interpone tra madre e fratello, riesce a liberare Umberto dalla presa materna e subito lo trascina via. I ragazzi urlano, i vicini intuiscono che qualcosa di grave è accaduto. Prima che Maria Carmela possa reagire, gli stessi gemelli, con un cellulare chiamano il 113 e raccontano quanto visto. Il poliziotto dice loro di uscire dalla casa e cercare rifugio da qualche vicino. E così fanno, precipitandosi dalla famiglia al piano sottostante.

Nel frattempo Carmela si barrica in casa, chiude la porta d’ingresso e il cancello di sicurezza, cosparge la bombola del gas con alcol, taglia il tubo di gomme e da fuoco al gpl che fuoriesce. Nel frattempo in via Calastro sono giunti poliziotti e vigili del fuoco.

Carmela lascia l’abitazione, raggiunge il quinto piano e si siede sul davanzale del finestrone delle scale, i piedi penzolanti nel vuoto. È decisa a lanciarsi quando un poliziotto la scorge e la raggiunge. L’uomo cerca di dissuaderla e lei, con molta tranquillità gli dice: «Ormai non ho più nulla da perdere. Ho una bruttissima malattia e sono condannata a morire». Ma per un suo attimo di distrazione, l’agente riesce a bloccarla e trascinarla via dal davanzale. La donna dà in escandescenze e gli operatori del 118 sono costretti a sedarla. Poche ore dopo, al pm Raimondi della procura di Torre Annunziata rende un’ampia confessione. Il suo fermo è convalidat

link alla notizia
 http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/donna_uccide_marito_figlio/notizie/296002.shtml


Nessun commento:

Posta un commento