26 ottobre 2012

Brescello (RE), 25 ottobre 2012 - E' stato condannato a 30 anni di carcere per l'omicidio della moglie Rachida Rida, marocchina di 35 anni, uccisa lo scorso novembre a Sorbolo di Brescello a colpi di martello. Questa la sentenza per l'uxoricida, il 39enne connazionale della vittima Mohammed el Ayani. Il giudice non gli ha riconosciuto la premeditazione, ma solo l'aggravante della crudeltà. La richiesta del pm Maria Rita Pantani era l'ergastolo. Secondo quanto appurato dagli inquirenti Rachida (madre di due bimbe di 4 e 11 anni) sarebbe stata uccisa perché troppo integrata con la cultura occidentale, tanto da avvicinarsi al cristianesimo. Inoltre, sembra che i frequenti litigi della coppia l'avessero stancata e spinta a chiedere la separazione. Tutti questi elementi avrebbero spinto el Ayani a infierire sulla moglie, colpendola con un martello da cucina con oltre dieci colpi, fino a sfondarle il cranio sul pavimento della cucina. All'inizio, il 39enne giustificò quanto fatto con la gelosia, ma solo in un secondo momento si venne a sapere che Rachida era entrata in contatto con la parrocchia di Brescello, che l'aveva aiutata a livello economico.

Roma, 24 ottobre 2012 - Decisione inaspettata, quella della III Corte d’assise per Luciana Cristallo e Fabrizio Rubini, la coppia accusata dell’omicidio di Domenico Bruno, imprenditore calabrese di 45 anni, ex marito di lei. Il processo si è concluso con due assoluzioni con formula piena. Al processo per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione - che si è tenuto a Roma a carico della moglie della vittima, Luciana Cristallo, e del suo presunto complice Fabrizio Rubini - il pubblico ministero aveva chiesto per i due imputati la condanna all'ergastolo. Anche i legali di parte civile - Nunzio Raimondi, Aldo Costa e Maurizio Arabia, che rappresentano la madre della vittima, Santa Marinaro; nonché la curatrice dei due figli minorenni di Bruno e della Cristallo - avevano insistito perché gli imputati fossero dichiarati colpevoli.
I fatti risalgono al 27 febbraio 2004, quando la donna aveva ammazzato il marito - sposato vent'anni prima e con il quale aveva avuto quattro figli - con 12 coltellate. L’amante l’aveva aiutata ad avvolgere il corpo della vittima in un tappeto, prima di buttarlo nel Tevere. Il suo cadavere venne ritrovato solo un mese dopo, su una spiaggia di Ostia, dove il mare restituì il suo corpo trafitto da numerose coltellate. Il pm Elisabetta Ceniccola aveva chiesto l’ergastolo per entrambi perché, secondo la sua ricostruzione, Cristallo avrebbe agito premeditatamente. La Corte, invece, ha assolto la donna perché avrebbe agito per legittima difesa, mentre il suo compagno di allora, Fabrizio Rubini, doveva essere assolto per non aver commesso il fatto. L’occultamento di cadavere invece è andato prescritto.
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