26 giugno 2012

Sequestro di persona e riduzione in schiavitu'. Per questi reati e' stata rinviata a giudizio stamani dal gup Nadia Magrini la 38enne ecuadoriana accusata, insieme al marito, un albanese di 38 anni, di avere trattato la figlia di 12 anni come un animale, costringendola ad una vita di umiliazioni, tenendola anche segregata sul balcone di casa per ore, e facendole fare una vita da schiava.
La donna sara' processata dai giudici della corte d'assise di Genova insieme al convivente, gia' rinviato a giudizio. (AGI)

Sequestro di persona e riduzione in schiavitù. Queste le accuse per una donna ecuadoriana e il convivente. La coppia, che vive a Genova, è stata rinviata a giudizio dopo che ha costretto la bambina 12enne a mangiare gli avanzi di cibo in una ciotola e a restare nuda per ore sul balcone di casa.
Secondo quanto è stato riferito agli agenti del nucleo investigativo del commissariato, la bambina veniva insultata e doveva servire in tavola, alla quale sedevano anche i due fratelli maschi. Alle richieste dei familiari doveva sempre rispondere "comandi". Per lei nessun piatto né posate ma solamente una ciotola dove mangiava gli avanzi.
La madre, durante l'udienza preliminare davanti al gip Nadia Magrini, ha reso dichiarazioni spontanee sostenendo che la figlia era ribelle e violenta e l'aveva anche aggredita. Dice di averle imposto di fare i lavori domestici "finchè non avesse chiesto scusa".
La donna, denunciata grazie a una segnalazione anonima al Telefono Azzurro, sarà processata insieme al convivente, patrigno della 12enne, il prossimo 19 novembre in Corte d'Assise.


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