Bologna, 1 luglio 2015 - Condannata a 21 anni e due mesiaumento di pena per Sonia Bracciale, imputata per il concorso nell’omicidio del marito Dino Reatti, artigiano preso a sprangate nel cortile del proprio casolare di Anzola Emilia la notte tra il 7 e l‘8 giugno 2012 e morto poco dopo all’ospedale. La Corte di assise di appello era vpresieduta dal giudice Pederiali. In primo grado la Corte di assise l‘aveva condannata a 18 anni e due mesi, riconoscendole il concorso anomalo.
Bracciale era accusata di essere la mandante di Thomas Sanna e Giuseppe Trombetta, che avevano optato per il rito abbreviato e in appello sono stati condannati rispettivamente a 16 e 14 anni.
Contro la decisione della Corte di assise avevano fatto ricorso sia il pm Rossella Poggioli, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri, che la difesa di Bracciale, avvocato Stella Pancari, chiedendo l’assoluzione per non aver commesso il fatto o in subordine una formula più dubitativa. Nell’udienza di appello che si è tenuta in mattinata il Pg ha chiesto una condanna a 21 anni. La Corte ha anche confermato i risarcimenti di 140mila euro per le parti civili, le due sorelle di Reatti.
«È una sentenza che fa storia, è una rarità che in appello venga aumentata la pena», commenta l’avvocato Marcello Marasco, che le ha rappresentate in aula.
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