17 marzo 2012

Arrestate due prostitute africane dalla polizia per aggressione ed estorsione aggravata ai danni di una loro connazionale. La giovane prostituta tempo fa si era recata in questura per raccontare la propria vicenda. La nigeriana aveva subito violenze da I.M. e I.J per non avere ceduto alle richieste di pagamento di un "canone" per l'esercizio della professione in quell'angolo di marciapiede.
La storia di questa ragazza è simile a quella di tante altre. Era giunta a Palermo dopo un breve soggiorno in Lombardia, con la promessa da parte di un'amica, di un posto di lavoro come badante. Una volta arrivata in Sicilia ha scoperto che le sue speranze sarebbero rimaste tali. Non potendo reperire denaro da spedire alla propria famiglia, la giovane nigeriana ha ceduto al bisogno intraprendendo la strada della prostituzione.
Da lì è nato tutto. Le due connazionali, infatti, le avevano chiesto 400 euro mensili per potere lavorare in quel pezzetto di strada, fino ad arrivare a minacce e aggressioni. La ragazza è stata infatti sfregiata al volto con una bottiglia, picchiata in casa propria e ustionata con dell'olio bollente e dunque costretta, per un breve periodo, ad allontanarsi dalla città.
Dopo le difficoltà del caso nel trovare le criminali, non munite permesso di soggiorno, le due sono state identificate e arrestate, una in casa propria, quartiere di Ballarò, l'altra mentre stava per salire su un pullman che l'avrebbe portata nel trapanese.


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