28 febbraio 2012

aggiornamento del 25 ottobre 2012
Se il manovale moldavo non avesse capito il piano criminale e non fosse andato a raccontarlo ai carabinieri, Lilia Negri sarebbe stata uccisa. È la convinzione del giudice Alessandro Conti che ieri, per tentato omicidio pluriaggravato, ha condannato ad otto anni Filomena Fiato Coppola, 34 anni, originaria di Napoli, considerata la mente dell’agguato mortale, ed a sei anni Davide Ferrari, fabbro di 47 anni di Fidenza.
Attualmente la donna si trova ai domiciliari, perché ha una figlia di due anni da accudire. Pene molto severe, in considerazione del fatto che il processo è stato celebrato con il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo.
Incredibile il movente che avrebbe spinto la donna a voler rapire e uccidere la commerciante di Gazzuolo, che ha 66 anni ed è cardiopatica: dagli atti del processo è emerso che Filomena aveva maturato sentimenti di odio verso l’ambulante perché si era convinta che avesse messo in circolazione pettegolezzi sulla paternità della sua bambina. Circostanze che Lilia Negri aveva smentito, giurando di aver visto la Coppola soltanto in un’occasione.
Filomena fa conoscenza - e, probabilmente (circostanza questa non confermata nel processo) intreccia una relazione - con il fabbro di Fidenza, e lo convince ad aiutarla a far fuori la ambulante.
La notte del 27 febbraio il manovale moldavo assoldato spiffera tutto prima della spedizione assassina. I carabinieri fermano il commando a Fidenza con un armamentario inquietante. Per i due scattano le manette.


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