1 settembre 2011

False previsioni ed estorsione a Nardò. Il bersaglio, una rumena di 37 anni che si rivolgeva ad una presunta cartomante per scoprire cosa le avrebbe riservato il futuro. Mai niente di buono. Si sarebbe dovuto ammalare il figlio e il fidanzato. Per le nefaste supposizioni c’era una retribuzione economica di circa 300 euro. Il tutto nel consenso della rumena. Il ‘placet’ dal settembre 2010 è terminato dopo qualche mese, quando la ragazza ha deciso di porre fine a questa "schiavitù dalla cartomanzia". Ovviamente, questo non è andato a genio alla cartomante, una donna albanese di 46 anni, che ha pensato bene di ricattare la donna. È iniziato così il lungo corso delle minacce telefoniche da parte della cartomante e della figlia di 20 anni. Avrebbe dovuto portarle del denaro altrimenti il suo futuro si sarebbe tinto di nero, una sciagura dopo l’altra. Ma non finisce qui, avrebbe anche avuto delle ritorsioni da parte della delinquenza locale. La donna rumena si è impaurita, e si è fatto consegnare un anticipo dal datore di lavoro. Poi alla pizzeria presso la quale lavorava, ha chiesto anche il secondo. Alla richiesta del terzo però, non ha ricevuto più nulla.
Contemporaneamente le telefonate intimidatorie si susseguivano giorno e notte. La ragazza perciò, ha pensato di rivolgersi al marito della signora che lei accudiva a Galatone, come badante. A questo punto la cartomante insieme alla figlia hanno iniziato a minacciare ed estorcere denaro anche all’uomo di Galatone.
La donna rumena finita nella morsa dell’estorsione, perdendo circa 20mila euro, ha deciso di rompere il silenzio andando a denunciare il fatto ai carabinieri di Nardò. Questi hanno avviato le indagini e in una settimana hanno messo in scena uno "pseudopagamento". Alla consegna di 180 euro (150 euro quelli contenuti nella busta), si sono presentati i carabinieri che hanno acciuffato la figlia con le mani nel sacco, restituendo poi il denaro alla legittima proprietaria. La 20enne che stava intascando la somma è stata ammanettata ed è agli arresti domiciliari mentre, la madre è stata denunciata a piede libero. La trappola ingegnata dai militari della locale stazione ha avuto luogo ieri pomeriggio, ponendo fine a questa 'querelle' di estorsione che viaggiava tra mistero e realtà.


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