28 giugno 2011

27 luglio 2011 - E' stata arrestata l'ex moglie di Mario Gaspani, il commerciante d'auto bergamasco di 57 anni ucciso a coltellate la notte del 26 marzo 2011 nella sua abitazione di Boltiere (Bergamo) e abbandonato in una roggia ad Osio Sopra. La donna, 37 anni, che è finita in manette su ordine del gip, perché sospettata di essere la mandante dell'assassinio, avrebbe architettato il delitto per questioni di soldi.
Secondo l'accusa la donna avrebbe assoldato due fratelli calabresi, Antonio e Salvatore Luci, 37 e 41 anni, già in cella perché ritenuti gli esecutori materiali del delitto. L'ex moglie di Gaspani - che risponderà dell'accusa di concorso in omicidio - voleva sbarazzarsi del marito per motivi di denaro. In cella, insieme alla 37enne, è finito anche il suo attuale compagno, di 41 anni, con l'accusa di favoreggiamento. I due sono ora rinchiusi nel carcere di Bergamo, in attesa di essere interrogati.
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28 giugno 2011
Lui le scriveva: "nonostante tutto ti amo ancora" - Lei agli inquirenti: "avevo paura che lui mi facesse del male"

Lui le aveva scritto una lettera d’amore trovata nel comodino della loro camera da letto: «Nonostante tutto, ti amo ancora». Lei lo ha fatto uccidere. Per soldi. O almeno, è l’accusa con cui Stefania Colombo, 41 anni compiuti il 19 aprile, è finita in carcere. Lui era Mario Gaspani, 57 anni, commerciante di auto ammazzato con 27 coltellate nella sua villa in via Donizetti a Boltiere e gettato in un fosso alla Rasica di Osio Sopra, la notte del 26 marzo. A deciderlo il giudice delle indagini preliminari Bianca Maria Bianchi con un’articolata ordinanza eseguita un mese e mezzo dopo il fermo dei fratelli Salvatore e Antonio Luci di 41 e 36 anni, ritenuti gli esecutori del delitto. Sono stati loro a fare il nome della donna, già sospettata dagli investigatori. Concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere è l’accusa. Ai domiciliari è finito Salvatore Cenere Massaro, 43 anni, il nuovo compagno della donna (di fatto sposata e convivente con Gaspani). Favoreggiamento la sua colpa.
SUBITO SOSPETTATA - Indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo guidati dal capitano Giovanni Mura e i militari della Compagnia di Treviglio comandata dal capitano Antonio Berardi, ieri in conferenza stampa insieme al comandante del Reparto operativo di Bergamo, il tenente colonnello Giuseppe Serlenga. Trovato il cadavere, il primo passo è andare a casa della vittima. La moglie ha dormito dal suo nuovo compagno, in piazza IV novembre 34 a Boltiere, perchè «avevo paura che mio marito mi facesse del male» dirà ai carabinieri. La chiamano per farsi aprire. E’ la prima stranezza secondo i militari, perchè marito e moglie di solito dormivano sotto lo stesso tetto. La seconda è che quando le dicono di aprire la villa, lei non chiede il motivo, come se già sapesse, è sempre il pensiero di chi indaga. In casa c’è una scia di sangue che dallo studio al piano rialzato arriva fino in garage. Ci sono anche gocce di sangue estranee alla vittima (il dna che incastrerà Antonio Luci), le impronte di due tipi di scarpe, le tracce di pneumatici di un’auto.
I SOLDI - La moglie è intestataria dei tre conti correnti, delle auto di grossa cilindrata, della villa e della Società. Tutto a lei, perchè Gaspani aveva avuto problemi finanziari. Ma il matrimonio non è un idillio. Nel settembre dello scorso anno lei chiede la sperazione, lui gliela nega e confida ad alcune persone di non volerle lasciare tutti i beni. Dai conti preleva quasi tutto il prelevabile, circa 200.000 che non si sa dove siano finiti, nè se ci siano altri contanti nascosti. Diecimila euro vengono ritrovati in una scarpiera. Il passato recente è segnato da alcuni episodi sospetti: l’8 dicembre, dopo un furioso litigio con la moglie, Gaspani si ritrova un omone sotto casa che lo minaccia; e ancora, il 23 dicembre viene aggredito a sprangate da tre uomini fuori dalla villa. Lo salva un vicino che sente urlare a aziona il proprio allarme. La moglie è dentro, dorme, non si accorge di nulla dirà. Secondi chi investiga, Stefania Colombo voleva liberarsi del marito per disporre a piacere di tutto.
LE TELECAMERE - Le telecamere di Boltiere sono preziose all’indagine. Riprendono i movimenti dei fratelli Luci e della stessa Colombo entrare e uscire dalla casa di Massaro. Sono le 21,50 quando arriva una Volkswagen Touran con due persone (i due fratelli). Parcheggiano e salgono nell’abitazione. E’ per forza quella di Massaro, perchè accanto ci sono un bar e le poste. Chiusi. Alle 22,14 scendono, aprono il cofano dell’auto per controllare non si sa bene che cosa e partono. Spariscono per tornare alle 4,31. In mezzo c’è il delitto. C’è anche che l’allarme di casa Gaspani viene disinserito e reinserito. Movimenti che restano in memoria. Sono i killer, per attendere la vittima che rincaserà alle 3,10. C’è poi che Antonio Luci alle 3,40 si presenta al pronto soccorso dell’ospedale di Zingonia per farsi medicare alla mano sinistra. «Mi sono ferito con una lamiera in casa» dice al medico, che però riferirà ai carabinieri di un taglio non compatibile con quella spiegazione. E ci sono le gocce di sangue diverso da quello della vittima. E’ il suo. Incastrerà lui e il fratello. Una volta tornati alla base, le telecamere lo riprendono con la fasciatura. Salvatore sale, poi scende alle 4,50 insieme alla Colombo, che 7 minuti dopo passa alla guida della sua Mercedes. Dove va? Gli investigatori ritengono a casa, dove risulta un altro maneggiamento dell’allarme. Altra stranezza: lei dice di aver dormito per tutta la notte da Massaro. E, sono convinti i carabinieri, il corpo è stato portato altrove per prendere tempo e riuscire a ripulire il giorno dopo. Conti fatti male.
PUNIZIONE - Il consuocero di Massaro porta quel cognome: Luci. E’ il collegamento con i killer. In carcere i due si scambiano dei bigliettini in carcere: «Prenditi tu la colpa, c’è il tuo sangue, dì che l’altro era un rumeno» scrive Salvatore ad Antonio. Pizzino intercettato, per gli inquirenti prova la loro responsabilità. Ma i due fratelli dicono che avrebbe dovuto essere solo una lezione. E fanno il nome della mandante. Avrebbero dovuto darla Salvatore Luci e il nuovo compagno della donna che però si sarebbe tirato indietro. Da qui la chiamata dell’altro fratello. I due ora si accusano a vicenda sulle 27 coltellate.
«MI MANCA» - Quando le dicono che il marito è stato ucciso, la vedova scoppia in lacrime, abbraccia i fratelli di lui, si dispera. Arrestata, nega ogni coinvolgimento e dice «mi manca». Ma l’ordinanza del gip è un trattato di criminologia che pesa come un fardello sulle sue spalle. Anche lei pare fosse appassionata di criminologia. Lo indicherebbero i numerosi di libri collezionati sull’argomento. Così come è appassionata di facebook. E’ anche lì che gli investigatori vigilano. Il 20 marzo Massaro le scrive in bacheca: «Tesoro che fai?». «Mi sto creando una via d’uscita» risponde lei. Cinque giorni dopo, il marito viene ammazzato. «Non c’entra nulla - dirà poi - Stavo studiando come non perdere la Mercedes».
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