1 aprile 2011

Una partita a scacchi sofisticata. Un’indagine lunga quattro anni, un percorso investigativo che non poteva che costruirsi attorno alle solite mosse: vigilare con le pattuglie notturne i luoghi della prostituzione, interrogare le prostitute, compiere successivi accertamenti. Epppure per riuscire ad arrestare Lica Trandafir, 43enne romena, per sfruttamento della prostituzione minorile c’è voluto un errore. Una mossa sbagliata dell’arrestata. A dirla tutta un colpo di fortuna, così l’ha definito Gaetano Bonaccorso dirigente squadra mobile: in questa partita di scacchi, infatti, Lica Trandafir a un certo punto ha compiuto la mossa sbagliata, il cavallo spostato male, e in quell’errore la squadra mobile della polizia di stato di Genova si è insinuata per andare fino in fondo all’indagine.
L’organizzazione in cui Lica Trandafir faceva parte, reclutava giovani e belle ragazze nella provincia rumena. Tutte minorenni. Talvolta le portava in Italia promettendo loro posti di lavoro, in altre casi, invece, venivano rapite. Lo denunciò la madre rumena di una di queste ragazze, che ha visto sua figlia presa da tre malviventi, caricata di forza in macchina, e portata chissà dove. La madre denuciò subito l’accaduto, e la denuncia è stato uno dei punti di partenza delle indagini della polizia.
La stessa denuncia, per la scomparsa della stessa ragazza, è stata poi fatta anche dalla zia, che vive attualmente a Milano. Secondo indizio. Le ragazze così circuite e portate a Genova erano costrette e spesso convinte alla prostituzione nella zona di via Fanti d’Italia, Di Negro. Qui la polizia le controlla, le va interrogare, va a chiedere i loro documenti (documenti falsi, fra l’altro, che l’organizzazione criminale forniva per coprire la loro minore età). Con il tempo, 2 delle cinque rumene, hanno cominciato a collaborare, hanno svelato alcuni particolari dell’organizzazione, hanno svelato movimenti, domicilio, strategie. Compenso, quei 500 euro a notte, di cui almeno il 70% andava nelle tasche di Lica.
Eppure, nonostante questi racconti, la polizia non riusciva ancora a incastrare con prove evidente la Trandafir. La mossa sbagliata della Lica Trandafir c’è stata quando uno delle ragazze portate a Genova è scappata per tornare in Romania. L’arrestata, dopo anni di cautela nell’uso del telefono e degli spostamenti, si è allarmata utilizzando il suo telefonino troppo apertamente. Il telefonino da tempo era già intercettato, e da lì la polizia ha potuto completare un puzzle già molto complesso fatto, appunto, di denunce e appostamenti.
Proprio per questo motivo ieri notte la squadra mobile ha proceduto all’arresto, anticipandolo sui tempi proprio per paura che la rumena potesse scappare.

http://www.genova24.it/2011/04/genova-minorenni-rapite-e-obbligate-alla-prostituzione-arrestata-la-loro-sfruttatrice-10847


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