22 marzo 2011

Sarà stata una rapina quasi sicuramente finita male? Non è escluso.
Intanto le indagini compiute da Carabinieri e Procura hanno portato nella mattinata di oggi (13 aprile) ad arrestare la presunta autrice della rapina messa a segno ai danni di Marco D’Amico, l’anziano 88enne fasanese, trovato ferito e in una pozza di sangue all’interno della sua abitazione in via Nazionale dei Trulli e deceduto in ospedale a Brindisi il giorno successivo.
Ad operare l’arresto sono stati i Carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Fasano, guidata dal capitano Gianluca Sirsi, che nella mattinata di oggi (13 aprile) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Brindisi, Eva Toscani. Proprio il Gip Toscani, concordando con i risultati delle indagini svolte dall’Arma fasanese e dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori (titolare della indagine sulla rapina e sulla morte sospetta di Marco D’Amico), ha disposto l’arresto in regime di custodia cautelare in carcere per Maria Legrottaglie, fasanese di 50 anni.
La donna è ritenuta responsabile di rapina aggravata nei confronti proprio dell’88enne Marco D’Amico, che il 22 marzo scorso fu rinvenuto nella sua abitazione in via Nazionale dei Trulli in stato di semi incoscienza e riverso a terra in una pozza di sangue, e che il giorno successivo morì presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi. Una morte che sarebbe stata dovuta a delle complicanze dovute alla caduta. A fare chiarezza sulle cause del decesso sarà il risultato dell’autopsia, le cui conclusioni saranno consegnate a breve dal medico legale, e ulteriori accertamenti medico-legali che saranno eseguiti da un tossicologo già incaricato dalla Procura di Brindisi.Subito dopo la morte dell’88enne i militari dell’Arma avviarono una serie di accertamenti. All’inizio tutto faceva pensare ad una caduta accidentale. Gli investigatori, però, dopo aver acquisito alcune dichiarazione da parte di alcuni conoscenti della vittima, iniziarono ad avere i primi dubbi. Dalla casa dell’anziano, infatti, mancava il telefono cellulare, dal quale, a dire dei parenti, l’anziano non si separava mai. Proprio dalle indagini tecniche relative al cellulare della vittima sono emerse, ben presto, chiare ed inequivocabili le responsabilità di Maria Legrottaglie, trovata, tra l’altro, in possesso proprio del telefonino della vittima.
Secondo quanto accertato dalle indagini la donna, il 18 marzo, sarebbe andata a trovare Marco D’Amico, e dopo averlo molto probabilmente sedato (e su questo sarà il tossicologo a dire la sua dopo gli accertamenti medico legali disposti dal pm) si sarebbe appropriata del telefono cellulare e del denaro contenuto nel portafoglio del vecchietto, dopo di che si sarebbe allontanata dalla abitazione dell’uomo, lasciandolo addormentato su una sedia della cucina, dalla quale sarebbe successivamente caduto, rimanendo seriamente ferito. Il resto della vicenda è ampiamente conosciuta.
Proprio questa ipotesi formulata dai Carabinieri e dal pm titolare della indagine, ha convinto il Gip sulla gravità della condotta posta in essere dalla 50enne fasanese, anche per l’insidiosità del mezzo usato dalla donna per rapinare l’anziano. Da ciò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita oggi dai Carabinieri di Fasano, che, dopo le formalità di rito, hanno condotto la Legrottaglie presso il carcere di Lecce.
Un eventuale nesso di casualità tra la rapina e la morte, comunque, sarà l’esito dell’autopsia e degli accertamenti tossicologici a stabilirlo.
link alla notizia:
www.gofasano.it/notizie/cronaca/arrestata-la-presunta-rapinatrice-del-vecchietto-morto-per-cause-sospette11468.html


Nessun commento:

Posta un commento