26 gennaio 2011

L'accusa più grave viene contestata a una ragazza rumena di 18 anni, indagata dalla procura distrettuale antimafia di Milano per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, riduzione in schiavitù e al reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Il fermo della giovane, N.G., domiciliata a Milano, va ad aggiungersi al lungo elenco di provvedimenti restrittivi eseguiti dai carabinieri di Monza in questi mesi nell'ambito della cosiddetta indagine “Fata”. Un'inchiesta, condotta in collaborazione con le forze di polizia rumene, che ha permesso di smantellare un organizzazione criminale rumena, fondata essenzialmente su tre clan familiari, che trasferiva ragazze del paese dell'est, anche minorenni, fino a Monza e Milano, dove erano costrette a fare la vita di strada.
In certi casi, le giovani venivano rapite da un orfanotrofio a Galati, città rumena che si affaccia sul confine con la Moldavia, per essere poi vendute come merce qualsiasi a Monza. La stessa sorte che toccava anche a ragazzini adolescenti, utilizzati come manovalanza dedita alla commissione di furti nei supermercati.
La diciottenne raggiunta dal provvedimento di fermo martedì, in pratica, continuava a tenere le fila del business retto dagli aguzzini arrestati nei mesi scorsi, continuando di fatto a sfruttare le giovani. La ragazza aveva ricevuto una “promozione” al rango di sfruttatrice, dopo aver lei stessa esercitato in strada; considerata la sua giovane età, evidentemente ha cominciato a “vendersi” che era ancora minorenne.
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