24 ottobre 2010

aggiornamento del 13 marzo 2012
La Corte d'Assise di Teramo ha condannato, stamane, a 18 anni di reclusione Tereke Lema Alefech, la badante etiope di 55 anni che nell'ottobre del 2010 uccise la collega eritrea Gabriella Baire di 63 anni in un appartamento di via Pannella a Teramo. Il collegio ha stabilito anche una provvisionale di 50mila euro alla famiglia della vittima che si e' costituita parte civile. Il pm Davide Rosati aveva chiesto 16 anni e otto mesi di reclusione.
Dalla ricostruzione del delitto era emerso che la Alefech aveva attirato la collega nella soffitta dell'appartamento col pretesto di chiederle la restituzione del denaro prestato. Il confronto fra le due era poi degenerato e la badante etiope colpi' con una spranga di ferro alla testa Gabriella Baire, uccidendola. La stessa badante aveva poi simulato l'incendio di un fornellino nell'abitazione dell'anziana presso cui faceva assistenza per depistare le indagini. (AGI)
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24 ottobre 2010La badante etiope accusata di aver ucciso in un appartamento di via Pannella 24 a Teramo Gabriella Baire di 62 anni, connazionale della presunta assassina, e' ora piantonata dai carabinieri nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Giulianova. E' sottoposta a fermo di polizia perche' indiziata di omicidio volontario, in attesa che il gip disponga l'arresto. La donna, oltre alle ustioni riportate per un principio d'incendio provocato dalla stessa nel tentativo - presumono gli inquirenti - di simulare un incendio e depistare le indagini, ha ingerito una sostanza urticante e corrosiva, forse varechina, tentando il suicidio. La colf che non corre pericolo di vita a meta' mattina sara' piantonata dalla polizia penitenziaria e non si esclude che in giornata il giudice possa gia' disporre l'arresto in ospedale. Secondo il capitano del reparto operativo provinciale dei carabinieri, Nazario Giuliani, il quadro indiziario e' chiaro come e' chiaro il movente dell'omicidio anche se per il momento, non fornisce dettagli. Si sa che tra le due badanti, (entrambe assistevano un'anziana ultracentenaria) e' scoppiato un diverbio per ragioni che vanno dal lavoro ai soldi. Gabriella Baire sarebbe stata colpita piu' volte da un grosso oggetto metallico alla testa, morendo quasi subito. Gli inquirenti hanno sequestrato un grosso tubo, ritenuta l'arma del delitto. L'omicidio risale alla tarda mattinata di sabato, come ha accertato l'anatomopatologo Giuseppe Sciarra ed e' avvenuto in una soffitta della stessa palazzina; ma il corpo della sessantaduenne e' stato scoperto solo ieri. Secondo la ricostruzione dei fatti, l'assassina e' tornata nell'appartamento incendiando la veranda. Da qui sono partite le fiamme che si sono propagate alla vicina cucina. I vigili del fuoco hanno spento l'incendio mentre l'anziana e' stata portata a casa di parenti. Le ricerche della Barire sono scattate successivamente quando a dare l'allarme sono stati i suoi parenti. I carabinieri si sono messi alla ricerche cosi' come hanno fatto familiari ed amici della donna africana che viveva da 35 anni in Italia. Fino a quando proprio alcuni membri della comunita' hanno appurato la verita' conducendo gli inquirenti sul luogo del delitto. (AGI)
28 aprile 2011
Sarà processata il primo giugno, dai giudici della Corte d'Assise di Teramo, per omicidio volontario aggravato, Tereke Lema Alefech, la badante etiope di 54 anni, accusata di aver ucciso a colpi di spranga la collega eritrea 62enne Gabriella Baire, lo scorso 24 ottobre a Teramo.
Il gip ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Davide Rosati di processare la donna con il giudizio immediato: le prove è evidente, che si può saltare l'udienza preliminare e andare direttamente davanti ai giudici della giuria popolare e togata.
Sulla bandante etiope pende un'accusa da ergastolo; la procura le ha infatti contestato la doppia aggravante della premeditazione e dei motivi futili e abietti.
Secondo la ricostruzione dell'omicidio, fatta dagli investigatori, la Alefech aveva attirato la collega, quella stessa che le aveva procurato il lavoro di assistente di un'anziana costretta sulla sedia a rotelle, in una soffitta all'ultimo piano del condominio di via Pannella dove abita l'assistita, per affrontarla e chiederle la restituzione del denaro che le aveva prestato.
Durante il confronto era scoppiata una lite, al culmine della quale la Alefech aveva impugnato una spranga di ferro e aveva colpito più volte alla testa Gabriella Baire, uccidendola.
La stessa badante aveva poi simulato l'incendio di un fornellino nell'abitazione dell'anziana per distogliere le ricerche della vittima.
Tra le prove che accusano l'etiope, i suoi vestiti sporchi del sangue della vittima, l'unica copia della chiave della soffitta in suo possesso e la spranga utilizzata per il delitto.


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