9 ottobre 2010

11 marzo 2010

CON MASCHERA HORROR ACCOLTELLA VICINA: ARRESTATA NEL COMASCO

AGI) - Como, 11 mar. - Per non farsi riconoscere ha indossato una maschera simile a quella del film 'Scream', poi ha accoltellato la vicina di casa. Ora e' in carcere con l'accusa di tentato omicidio. E' lo sconcertante episodio avvenuto all'alba di oggi ad Albavilla, in provincia di Como dove, secondo quanto si e' potuto ricostruire, una donna di 50 anni, conosciuta in tutto il paese per essere la gerente di una nota tabaccheria e residente nella centralissima via Dante, attorno alle sette, ha aggredito la vicina, una infermiera di 56 anni, ferendola al collo con un coltello. Pare che alla base dell'aggressione vi sia un tentativo di rapina. Elisabetta Frigerio, questo il nome della tabaccaia, e' stata fermata poco dopo dai carabinieri di Erba e messa a disposizione del magistrato di turno alla Procura di Como. La vittima dell'aggressione, Raffaella Paola Cereda, infermiera a Villa Guaita, una casa di riposo della zona, e' ricoverata all'ospedale 'Fatebenefratelli' di Erba in condizioni piuttosto gravi ma non dovrebbe essere in pericolo di vita anche se il fendente l'ha colpita alla giugulare e ha subito una vasta emorragia. Secondo le prime ipotesi, la tabaccaia voleva rapinare la vicina per poter avere i soldi utili a far fronte ad alcuni debiti, in particolare per poter regolare i conti con alcuni fornitori. Cosi' stamani si e' messa una maschera del film horror 'Scream' e ha atteso al varco l'infermiera. (AGI)

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9 ottobre 2010

Totalmente incapace di intendere e volere, e quindi non processabile. Così ieri mattina il gup di Como Luisa Lo Gatto, ha dichiarato in aula la non procedibilità, dal punto di vista penale, nei confronti di Elisabetta Frigerio, la donna di 51 anni che a marzo accoltellò l’amica e vicina di casa Raffaella Paola Cereda. Accogliendo le conclusioni dello psichiatra Mario Lanfranconi il giudice ha disposto l’immediata scarcerazione della donna – che era al Bassone dal giorno dell’aggressione – trasferendola provvisoriamente in una struttura protetta, in attesa di individuare un luogo adatto alla sua permanenza, che non sia un ospedale psichiatrico giudiziario.
Per tre anni rimarrà infatti sottoposta a una misura di sicurezza, in attesa di valutare la progressione del disturbo clinico del quale è stata riconosciuta affetta, e la sua eventuale pericolosità sociale. Secondo la relazione del medico, la Frigerio è infatti stata colpita da un episodio circoscritto ma fortemente invalidante, conseguenza di stati acuti di stress che sfociano in sindromi depressive, tali da far perdere il contatto con la realtà. I motivi di quell’aggressione non sono mai stati compresi, ma di fatto è plausibile pensare che non esistano, se non in una progressione mentale distorta e incomprensibile secondo le logiche condivise, maturata quella mattina nella mente della donna.


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