26 novembre 2009

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Il Tribunale federale respinge l'istanza di un marito vittima di violenza coniugale e lo obbliga a lasciare la Svizzera

LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) ha respinto l'istanza di un camerunese costretto a lasciare la Confederazione dopo il suo divorzio da una cittadina elvetica. L'uomo, che aveva denunciato violenze perpetrate dalla moglie, aveva chiesto di poter restare in Svizzera malgrado lo scioglimento del matrimonio.

Dal momento che il 28enne non viveva più con la moglie, il Servizio vodese della popolazione aveva opposto il suo veto e rifiutato di prolungare il suo permesso di soggiorno. Stando ad un rapporto di polizia, il giovane sposo aveva denunciato maltrattamenti da parte della donna. Questa non aveva negato i fatti, confermando di aver alzato la voce con il marito e di averlo schiaffeggiato.

Malgrado la confessione, il Tribunale cantonale vodese aveva confermato l'espulsione, giudicando che in casi di questo tipo la legge sugli stranieri (LStr) si oppone all'espulsione soltanto se la reintegrazione della persona in questione nel paese d'origine sembra fortemente compromessa.

I giudici cantonali avevano spiegato che il camerunese non avrebbe invece avuto alcuna difficoltà da questo punto di vista, dato che tutta la sua famiglia risiede ancora nel paese africano. Quanto ai maltrattamenti, la loro incidenza sull'intera vicenda restava aperta.

In ultima istanza, il TF corregge in parte questa argomentazione. La massima corte elvetica sottolinea che uno straniero può opporsi ad una sua espulsione dalla Svizzera se è stato vittima di violenza coniugale di una certa gravità, anche se la sua reintegrazione nel paese d'origine non pone problemi.

Se da un lato è accertato che il camerunese è stato vittima di violenza coniugale, d'altro canto non è stato stabilito se questa rischiasse di turbarlo gravemente, spiegano però i giudici di Losanna. In circostanze simili, l'uomo non può dunque far valere ragioni sufficienti per restare in Svizzera, conclude il TF.

(sentenza 2C_460/2009 del 26 novembre 2009)


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