24 novembre 2009

aggiornamento del 29 gennaio 2013:
Modica Alta (RG) - Quattro anni di reclusione per Maria Crescimone, 42 anni, la “camminante” siracusana arrestata lo scorso 29 febbraio dalla polizia insieme a due nipoti dopo avere commesso un furto ai danni di un’anziana donna a Modica Alta.
Mentre le congiunte, Giuseppina e Veronica Crescimone, era state condannate il giorno dopo, nel processo direttissimo celebrato con l’abbreviato (un anno e otto mesi di reclusione e 600 euro di multa ciascuno, pena sospesa), ed erano state rimesse in libertà, la zia aveva scelto il rito ordinario ed era rimasta nel carcere di Ragusa.
Qualche giorno dopo il difensore aveva chiesto e ottenuto i domiciliari perchè la donna aveva un bambino di due anni da accudire. Lasciato l’istituto, però, si era data alla latitanza. Successivamente la Crescimone fu rintracciata e finì in carcere.
Ieri è comparsa, infatti, in stato di detenzione davanti al giudice, Antongiulio Maggiore, il quale ha accolto le richieste del pubblico ministero, Veronica Di Grandi, lasciandola in carcere e condannandola secondo quanto avanzato dal PM.
Le tre “camminanti”, qualificatesi come operatrici dei servizi sociali inviate per appurare lo stato di salute della pensionata, erano riuscite a perlustrare la casa con la scusa di misurarne la grandezza utilizzando un metro da sarta, chiedendo all’anziana di esibire denaro, col precipuo fine di riuscire a localizzare l’oggetto della refurtiva e agire poi indisturbate. Dopo aver sottratto la somma complessiva di 6.700 euro, nonché diversi gioielli (due anelli e un collier di oro), si erano date alla fuga a bordo di una auto di colore scuro.












aggiornamento del 12 dicembre 2012

Aveva bussato alla porta di una anziana signora, presentandosi come medico dell’Azienda Sanitaria locale incaricato delle verifiche per la domanda di accompagnamento che era stata accolta in suo favore. 
Con questo banale espediente, Giuseppina Crescimone, si era introdotta giorni fa, insieme ad una complice, all’interno dell’abitazione di una donna 81enne di Ispica.
Approfittando di una sua momentanea distrazione, l'avevano derubata di tutto il denaro e di oggetti d'oro di ingente valore, gettando la vittima nella totale disperazione.
La presunta ladra, una 36enne nativa di Roma ed appartenente alla comunità dei “Camminanti”, antico gruppo nomade italiano diffuso in provincia di Siracusa, Roma e Milano, è stata identificata ed arrestata dai Carabinieri del comando provinciale di Ragusa, con un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per Indagini Preliminari del tribunale di Modica.
La donna dovrà rispondere di concorso in furto in abitazione, aggravato dall'avere simulato la qualità di pubblico ufficiale e dall'avere agito con destrezza, approfittando dell'età della vittima.
Adesso è stata sottoposta al regime degli arresti domiciliari presso la sua abitazione.
La sua complice è ricercata su tutto il territorio regionale.


aggiornamento del 26 giugno 2011

Sommatino (CL) - Una donna di 45 anni, originaria di Sommatino, nel nisseno, e' stata condannata dal Tribunale di Caltanissetta a dieci anni e sei mesi di reclusione per rapina.
La donna, Rosa Crescimone, fingendosi un'assistente sociale, insieme al marito, nel febbraio dello scorso anno, si introdusse nell'abitazione di un'ultra novantenne con una banale scusa. I due riuscirono ad immobilizzare l'anziana vittima e a portare via i risparmi del novantenne, cinquemila euro, soldi della pensione che l'uomo teneva a casa.
Il marito dell'imputata, in passato ha gia' patteggiato la condanna. Il Pubblico Ministero, Edoardo De Santis, aveva chiesto di condannare la donna a otto anni di reclusione. (AGI)




Caltanissetta - Suocera e nuora accomunate dal vizietto della truffa. Sono state denunciate dalla questura di Caltanissetta per furto aggravato consumato in due occasioni nel capoluogo. Le vittime erano anziane. La sezione volanti ha denunciato a piede libero Giuseppa Crescimone, nata a Montallegro (Ag), 60 anni, residente a Belpasso e Caterina Di Giovanni, nata a Biancavilla (Ct), 41 anni ma residente a Belpasso. Le due donne sono, rispettivamente, suocera e nuora. Entrambe sono indagate per un furto aggravato consumato lo scorso 11 novembre e per un tentato furto aggravato realizzato ieri mattina.
Alle 9.50, un equipaggio in servizio di controllo del territorio si portava nel quartiere Santa Flavia, dove era stata notata la presenza di due donne che si aggiravano tra le abitazioni con fare sospetto. Nel corso del pattugliamento, in via Novelli i poliziotti notavano le persone segnalate, che procedevano a piedi ed alla vista della polizia cambiavano repentinamente la direzione di marcia, tentando di allontanarsi per la via Serpotta. Gli agenti, insospettiti da tale atteggiamento, le fermavano e le sottoponevano a controllo, accertando in tal modo che erano gravate da diversi precedenti. La Crescimone risultava già segnalata per furto in abitazione, truffa, appropriazione indebita, favoreggiamento ed altro ed era stata allontanata con foglio di via dai comuni di Pesaro, Latina, Reggio Calabria, Rieti e Pescara. La Di Giovanni aveva precedenti per furto in abitazione, rapina, truffa, favoreggiamento, appropriazione indebita ed era stata allontanata con foglio di via dai comuni di Lucera (FG), Latina ed Enna.
Le donne non fornivano una spiegazione plausibile della loro presenza e venivano pertanto accompagnate in Questura per ulteriori accertamenti.
Si apprendeva quindi che, poco prima, due donne, corrispondenti per caratteristiche somatiche ed abbigliamento a quelle fermate, si erano presentate presso l’abitazione di una signora di 74 anni, in via Cascino, qualificandosi come operatrici di una farmacia dello stesso quartiere e chiedendole di visionare i farmaci da lei abitualmente assunti, al fine di consentirle di non pagare più il canone. Quindi, una delle donne chiedeva alla vittima di mostrarle una banconota da 50 euro, al fine di annotarne il numero di matricola ed accertare da quale ufficio postale provenisse. Al diniego dell’anziana, l’altra complice le chiedeva informazioni in merito allo sportello postale dove ritirava la pensione, ma anche in tale caso non otteneva le informazioni richieste.
Quindi, una delle due complici dichiarava di essere un medico e si offriva di visitare l’anziana, facendola stendere su un divano. Dopo alcuni minuti, non essendo riuscite ad asportare nulla per le resistenze opposte dalla loro vittima, le due donne si allontanavano. Contestualmente giungeva il figlio dell’anziana signora, il quale, appreso quanto accaduto, informava immediatamente la Sala Operativa della Questura.
I poliziotti notavano che la descritta condotta delittuosa presentava forti analogie con quella posta in essere lo scorso 11 novembre, quando due donne avevano rubato 100 euro ad una pensionata di 88 anni.
In tale occasione, due donne, di costituzione e portamento simili a quelle fermate, si erano introdotte a casa dell’anziana asserendo di essere impiegate della Cassa Mutua. Le avevano fatto diverse domande e le avevano chiesto di mostrare loro una banconota da 50 euro, verosimilmente allo scopo di individuare il luogo dove erano custoditi i contanti. Quindi avevano distratto la vittima, sottoponendola ad una finta visita medica ed avevano rubato due banconote da 50 euro da un cassetto della stanza da letto.
Ritenendo che anche tale furto fosse opera delle due donne fermate, gli agenti hanno invitato in ufficio la denunciate, per un riconoscimento fotografico. La donna ha identificato le due fermate come le autrici del furto perpetrato nella sua abitazione l’11 novembre.In base alle risultanze investigative, la Crescimone e la Di Giovanni sono state denunciate alla Procura della Repubblica per il furto consumato l’11 novembre e per quello tentato nella mattinata di ieri. Gli atti sono stati immediatamente trasmessi alla Divisione Anticrimine della Questura che ha predisposto per le stesse la misura preventiva del Foglio di Via.
All’atto della dimissione, infatti, alle due donne è stato notificato un decreto del Questore di Caltanissetta, con il quale alle stesse è fatto obbligo di allontanarsi da Caltanissetta, con divieto di tornarvi per tre anni, pena l’arresto.


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