16 settembre 2006

http://www.delittiimperfetti.com/show_aggr.php?id_aggr=294

E' stata incastrata dal cellulare Giulia Fiori. Il Motorola che apparteneva a Deborah Rossi, la ventenne ammazzata con brutalità da far rabbrividire. Ed è colpa, oppure merito, di una imprevedibile risultanza tecnica - per usare le parole che il gip Perelli ha usato nell'ordinanza di custodia cautelare - se quel telefonino oggi è uno dei cardini della loro presunta colpevolezza. Per farla breve: la notte del 16 settembre, più o meno due ore dopo la morte della sua proprietaria, il Motorola di Deborah viaggiava quasi appaiato a quello di Giulia Fiori, dalle parti di via Borgaro, sul confine con Venaria. E per ragioni che nessuno potrà mai chiarire lanciava un segnale verso un ripetitore. Erano le 23 e 29 minuti.
A un certo punto della notte il telefonino di Deborah viene gettato in un cassonetto della spazzatura. Qualche giorno dopo finisce in uno degli immensi deposito di immondizie nella cintura di Torino. A lavorare su quei mucchi maleodoranti, infestati di mosche e fetori, è un altro immigrato: un peruviano che tra cartacce e cavoli marci trova un cellulare. Si guarda intorno, ci pensa un po' e decide di prenderlo e regalarlo alla moglie. Prima però lo apre e getta via la scheda. La donna, grata per il dono, mette dentro la sua e, appena riprende a funzionare, la polizia lo individua. Nel frattempo gli investigatori hanno scoperto un altro indizio: nelle triangolazioni fatte con le antenne dei vari gestori c’è una sovrapposizione agghiacciante. A un certo punto della notte del delitto la traccia del cellulare di Giulia si è quasi appaiata a quella del cellulare di Deborah. La partita si chiude: la dark lady un errore l'ha commesso, forse per caso. Perché prima di gettar via il telefonino della sua «più cara amica» l'aveva spento e quel segnale di morte era volato nell'etere a testimoniare l'atroce verità.
28 novembre 2007

Si è chiuso con la condanna di entrambi gli imputati il processo per l’omicidio di Deborah Rossi, la ventenne al quinto mese di gravidanza trovata morta il 20 settembre 2006 nel suo fatiscente appartamento di Torino: la ragazza era stata colpita alla testa con un ferro da stiro e poi trafitta da sette coltellate, di cui una alla gola. Per quel delitto sono stati inflitti 23 anni e mezzo di carcere all’ex amica del cuore della vittima, Giulia Fiori, e 22 anni e quattro mesi al suo fidanzato, Antonio Ferraro detto «TonI».
La sentenza ha accolto la tesi del pubblico ministero Manuela Pedrotta, secondo cui l’omicidio è lo sbocco di una rivalità tra Giulia e Deborah caratterizzata da risvolti morbosi e saffici. Gli avvocati difensori ritenevano che la coppia di imputati fosse innocente, e che il movente andasse cercato di una storia di droga e di soldi alla quale i fidanzati erano del tutto estranei.


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